Vita nuova per le mura di Gela La difesa del passato

le mura di gela

Archeologia Viva n. 139 – gennaio/febbraio 2010
pp. 18-31

a cura di Giovanna Greco

Possenti bastioni costruiti in pietra e mattoni crudi proteggevano la ricchezza della potente colonia greca nella Sicilia sudorientale

Un esempio straordinario di tecnica costruttiva che a noi è pervenuto grazie a circostanze eccezionali e che ora un coraggioso intervento di restauro restituisce al futuro della memoria storica

Risale alla prima metà dell’ottocento, a opera di un capitano della marina inglese, W. H. Smyth (a cui si deve un atlante delle coste siciliane: The hydrography of Sicily, Malta and adjacentes islandes, 1823) la proposta di identificare la cittadina di Terranova, sulla costa sudorientale della Sicilia, con l’antica Gela; l’ipotesi è confermata da uno studioso tedesco, J. Schubring, che traccerà un quadro geografico dettagliato del territorio (Historisch-geographische Studien über Altsicilien, 1873).

I ritrovamenti di vasi e suppellettile che si hanno a Terranova nella seconda metà del secolo confluiranno nelle collezioni private delle famiglie nobili gelesi o partiranno per l’Inghilterra, dove il console generale di Sua Maestà, J. Dennis, tra il 1860 e il 1861 invia ben quaranta casse di “vasi greci”.

Alla fine del secolo giunge a Terranova l’archeologo roveretano Paolo Orsi, con il suo infallibile intuito; la documentazione che raccoglie e ciò che vede affiorare tra la sterpaglia lo convincono a intraprendere, nell’aprile del 1900, il primo scavo archeologico sull’acropoli, avviando così la scoperta della grande città greca fondata nel 688 a.C. da genti greche provenienti da Rodi e Creta (Tucidide, VI, 4, 9).

Le sorprendenti scoperte di Orsi porteranno la comunità locale, nel 1927, a restituire alla cittadina moderna il nome originario.
Con alterne vicende le ricerche a Gela proseguono lungo tutto il Novecento, ma è di questi anni recenti l’impostazione di un progetto strategico di esplorazione, che porterà a nuove e sensazionali scoperte, allargando notevolmente il territorio indagato, da tutelare, sottraendolo alla speculazione edilizia.

La città antica si conosce, oggi, attraverso il suo tessuto urbano, con le case, i santuari, l’organizzazione del territorio, con fattorie e luoghi di culto rurali, le strutture difensive e portuali, i monumenti, le necropoli, gli splendidi oggetti. Si capiscono così molto più chiaramente le vicende e le trasformazioni che resero questa colonia rodio-cretese una delle più fiorenti città greche della Sicilia. […]