Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 139 – gennaio/febbraio 2010

di Piero Pruneti

Il primo canale televisivo dedicato all’archeologia è una realtà. È una web tv, in quanto si può seguire in Internet, è gratuita e porta il nome della nostra rivista. Come potete immaginare la realizzazione di questo grande progetto ha richiesto uno sforzo economico e organizzativo non indifferente, ma alla fine siamo riusciti a dare ai nostri lettori – ma direi grazie a loro, che ci trasmettono l’entusiasmo per sempre nuove iniziative – un servizio esclusivo. Il fattore determinante che ha portato all’accensione della nostra tv è stata la ventennale collaborazione con la Rassegna internazionale del cinema archeologico gestita dal Museo civico di Rovereto. La prestigiosa istituzione roveretana ha messo a disposizione la sua struttura operativa, la piattaforma tecnologica e il vasto patrimonio di documentari che ora escono dagli archivi e dal limitato ambito delle rassegne di settore per divenire accessibili a tutti. Cliccando su tre diverse opzioni (Notizie ed Eventi, Documentari, Conversazioni) è possibile spaziare dalla visione di un film ai reportages “in diretta” dagli scavi, agli incontri di approfondimento.

Torno un attimo sulla Scuola archeologica italiana di Atene, l’istituzione culturale che ci rappresenta nella patria dell’Occidente, al pari delle altre “scuole” dei paesi occidentali che a partire dall’Ottocento sono state aperte in Grecia. Nell’intervista a Emanuele Greco, l’attuale direttore, che pubblichiamo ne “La voce della storia”, si accenna al rischio appena schivato dalla nostra Scuola di essere soppressa, in quanto catalogata come “ente inutile” da qualche funzionario governativo di particolare ignoranza. Il prossimo aprile la Scuola compie cento anni, è viva e vegeta, piena di iniziative e di idee, anche se con finanziamenti ridicoli – ma in Italia ormai è la cultura stessa che viene messa in ridicolo, perché “non serve” – ed ecco che ancora ci tocca leggere su “La Stampa” un articolo di Mattia Feltri (rampante giornalista figlio del più celebre Vittorio), dove appunto si lamenta che la Scuola archeologica italiana di Atene sopravviva, essendo – dice Feltri, forse credendo di fare ridere – «punto di riferimento per chiunque intenda scavare sul suolo ellenico alla ricerca di anfore» (sic!). Sono sempre più convinto che l’onestà intellettuale (di informarsi prima e parlare poi) sia come il coraggio di don Abbondio.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”