Incontro con Louis Godart La voce della storia

Viaggio a Creta Knossos

Archeologia Viva n. 138 – novembre/dicembre 2009
pp. 86-88

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Le antiche civiltà mediterranee ci hanno lasciato l’esempio di una grande tolleranza culturale»

«Nel sistema palaziale la scrittura era appannaggio esclusivo del potere poi divenne uno strumento di libertà»

«Minosse fu il primo imperatore dei mari e la sua isola non aveva bisogno di fortificazioni»

«I Micenei imparaono tutto dai Minoici»

«L’Iliade è un inno alla pace: chi ha realizzato Troy non ha capito nulla di Omero»

Un belga di origine, ora cittadino italiano dal cuore napoletano. Louis Godart è nato a Bourseigne-Vieille, nelle Ardenne, ma dagli scorsi anni Settanta vive in Italia e all’Università di Napoli “Federico II” è il titolare della cattedra di Civiltà egee.

Il pluridecennale contatto con la città partenopea gli ha comunicato grande affabilità, che è un arricchimento prezioso per un uomo di profonda cultura. Dal 2002 il professor Godart è consigliere del Presidente della Repubblica per il Patrimonio artistico, prima con Carlo Azelio Ciampi e ora con Giorgio Napolitano. Non riporteremo qui l’elenco delle onorificenze e delle nomine accademiche perché Godart sarebbe il primo a non gradire.

Grande divulgatore e comunicatore. È chiaro che è animato da un senso democratico della cultura: «la ricerca archeologica è al servizio di tutti… L’archeologo è un servitore della storia e della società a ci appartiene e come tale ha il dovere di trasmettere chiaramente quello che scopre…». […]

D: Creta è il primo punto di riferimento per lo studio delle più antiche civiltà storiche nell’Egeo. Lei ci ha lavorato a lungo…

R: A partire dal lontano 1969. All’inizio mi sono occupato dell’edizione delle tavolette in lineare B rinvenute nel palazzo di Cnosso (scrittura derivata in età micenea dalla lineare A per trascrivere il greco – ndr). È stato un lavoro molto lungo condotto con un’equipe internazionale e confluito in quattro volumi dedicati all’archiavio di Minosse, il primo imperatore dei mari.

Parallelamente mi sono reso conto che non potevo pubblicare dei testi del II millennio a.C. senza essere coinvolto negli scavi che riguardano quel periodo. Così, a partire dal 1970, ho scavato prima con la Scuola archeologica francese di Atene a Malia, dove abbiao riportato in luce i resti di un palazzo proprio degli inizi del II millennio a.C., poi, a partire dal 1982, ho diretto la Missione archeologica dell’Università di Napoli “Federico II” nella Creta centroccidentale. Anche lì, a Monastiraki e Apodoulou, abbiamo riportato alla luce degli insediamenti dell’inizio del II millennio a.C., il cosiddetto periodo “dei primi palazzi”.

In contemporanea ho porato a termine il corpus delle tavolette in lineare A, la famosa scrittura dei Minoici (ancora indecifrata – ndr), e delle tavolette in geroglifico cretese, altra scrittura in uso nella Creta minoica. Sono praticamente l’unico ad avere avuto in mano tutti i testi rinvenuti nell’Egeo del III e II millennio a.C. […]