Archeologia Viva n. 234 – novembre/dicembre 2025
pp. 18-29
di Annamaria Azzolini e Barbara Gilli
Quando l’Ammiraglio di flotta e Capo dei rematori del tempio di Ptah “sbarcò” a Trento…
Alcuni frammenti di papiro con il Libro dei Morti scoperti al Museo del Castello del Buonconsiglio ci tramandano credenze sull’aldilà diffuse nella valle del Nilo ma anche tutto un mondo di traffici di antichità che nell’Ottocento interessò la rotta fra Alessandria d’Egitto e il porto toscano di Livorno
Nelle raccolte museali del Castello del Buonconsiglio si conserva una pregevole collezione egizia il cui recente riesame ha permesso di rintracciare elementi di assoluta eccezionalità. Si tratta di una raccolta storica, frutto di un’acquisizione ottocentesca, che l’allora Museo Civico aveva ricevuto come lascito testamentario dal maggiore dell’esercito austro-ungarico Taddeo de Tonelli.
Nell’autunno del 1858 giungono da Vienna, in ben 38 casse, gli oggetti del piccolo museo personale che l’ufficiale aveva destinato a Trento: una quantità di manufatti eterogenei per tipologia e cronologia, riflesso del gusto antiquario del tempo. Tra questi si annoverava circa un migliaio di antichità egizie, accompagnate da preziosi fascicoli descrittivi degli oggetti e delle loro provenienze: documenti che purtroppo sono andati perduti, e con loro ogni riferimento a fatti, luoghi e persone.
Quindi si tratta di reperti del tutto decontestualizzati e che tuttavia stupiscono per la loro unicità, ponendo una serie di quesiti, primo fra tutti come un “comune” personaggio sia riuscito a procurarseli. È una vicenda collezionistica avvolta nel mistero, un vero cold case. Ma la recente scoperta dei frammenti del papiro di Senemnetjer ha permesso di dare una svolta alle ricerche.
