Darwin e la specie umana A proposito di…

Darwin e la specie umana

Archeologia Viva n. 138 – novembre/dicembre 2009
pp. 72-76

di Mauro Rubini

A due secoli dalla nascita tutto il mondo ha ricordato il padre dell’Evoluzionismo

Dopo di lui gli esseri viventi hanno visto proiettare la propria storia biologica in un passato di milioni di anni

Novembre 1859. Londra, al solito, è fredda e nebbiosa. Nessuno ancora sa che di lì a poco, dalla vittoriana, anglicana e formale Gran Bretagna, si scatenerà “l’ira die”. Quale calamità sta per abbattersi sul ben pensante mondo occidentale?

Un naturalista inglese, noto localmente come figlio di un bravo medico, dopo infinite perplessità sta per pubblicare un lavoro ventennale. Stiamo parlando di Charles Robert Darwin e di Sull’origine della specie.

Apparentemente una cosa di poco conto… La prima edizione del libro (1250 copie) si esaurì in due giorni. Ammirazione e invidia cominciarono a serpeggiare nell’opaco ambiente scientifico del tempo, il più delle volte costretto a non trascendere dall’assioma delle origini divine.

Chi era dunque questo Darwin, che osava mettere in discussione la storia del Creato riportata nella Genesi e che il credo giudaico-cristiano sanciva da sempre? Era certo come il giorno del Giudizio che il mondo fosse opera di Dio e che l’uomo e la donna, da Lui creati insieme agli altri esseri viventi, fossero rimasti immutati nei diecimila anni di vita che, all’incirca, le fonti bibliche attribuivano loro. Il Creazionismo era l’indiscutibile dogma del perché di tutto. […]