Lubiana: origini di una capitale Così è nata l'Europa

Lubiana: origini di una capitale

Archeologia Viva n. 138 – novembre/dicembre 2009
pp. 50-63

di Bernarda Županek e Dimitrij Mlekuž

Avvantaggiata dalla straordinaria posizione geografica su un itinerario obbligato fra l’area balcanica la penisola italiana e l’Europa settentrionale la capitale della Slovenia ha sempre rivestito un ruolo forte nella regione a partire dalla fondazione di Iulia Emona

Ma anche prima della romanizzazione la conca di Lubiana fu abitata da genti che trassero beneficio dallo scambio di merci e culture

La conca di Lubiana è da sempre crocevia di comunicazioni dall’Europa sudorientale e i Balcani verso l’Italia da un lato e l’Europa del nord dall’altro.

È dalla preistoria che qui si incontrano genti e idee. Della presenza umana durante l’ultima era glaciale ci sono rimasti pochi oggetti: alcuni strumenti litici attribuibili all’uomo di Neandertal (Paleolitico medio), le corna di una renna con tracce di intagli e testimonianze del Paleolitico superiore nella caverna Babja jama, dove sono stati scoperti i resti di un cane semiaddomesticato.

Al termine delle grandi glaciazioni, il paesaggio, fino ad allora aperto e brullo, si copre di boschi: a quest’epoca (Mesolitico, circa 12.000 anni fa) risalgono i numerosi siti in riva al lago che copriva la depressione tettonica dove sarebbe sorta Lubiana e di cui rimane oggi una grande palude (Ljubljansko Barje).

La Palude di Lubiana è una vasta landa umida, a sud della città, nel punto in cui convergono le Alpi Giulie e le Alpi Dinariche. Durante i periodi freddi affiorava lo spesso strato di sedimenti, mentre nei periodi caldi e piovosi si formava un lago poco profondo o un acquitrino.

Sulle rive impaludate sorgevano gli accampamenti dei cacciatori-raccoglitori mesolitici, trasferitisi dal retroterra montuoso. In alcuni punti sono stati scoperti acciottolati e resti di piattaforme di legno. Resti bruciati di giunchi e canne sulle rive del lago e resti di pollini di specie forestali individuati nel sottobosco circostante confermano che le genti mesolitiche sapevano gestire l’ambiente, creando le condizioni adatte allo sviluppo della vegetazione, in primo luogo del nocciolo, per attirare gli animali quali il cervo, il cinghiale e l’uro.

I ritrovamenti di Breg, presso Škofljica, fanno risalire al VI millennio a.C. le novità “neolitiche”, provenienti dal sudest e adottate da questi gruppi. Insieme a frammenti di ceramica sono stati scoperti arnesi di pietra tipici del Mesolitico e ossa di animali selvatici.

È, quindi, evidente che i gruppi dei cacciatori-raccoglitori mesolitici hanno conservato a lungo la propria identità, senza fondersi con i gruppi portatori della cultura neolitica. […]