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Ponte di Valentiniano: i bronzi mai visti

5 dicembre 2025


Tra il 365 e il 367 d.C., l’imperatore Valentiniano I – durante il governo congiunto con il fratello Valente – fece ricostruire il ponte che avrebbe portato il suo nome.
L’opera – affidata a Lucio Aurelio Aviano Simmaco, prefetto dell’Urbe – collegava il Circus Flaminius al Trastevere e s’impostava probabilmente sulla struttura di un ponte più antico da identificarsi nel Pons Agrippae, Pons Aurelius o nel Pons Antoninus. La sua mole, lunga circa 120 metri e articolata in quattro arcate, era arricchita da una balaustra marmorea scandita da pilastrini e da una grande iscrizione in travertino affacciata sul fiume, ben visibile ai naviganti. Gli scavi ottocenteschi portarono alla luce due arcate crollate, frammenti della decorazione marmorea e parte dell’arco onorario che introduceva al ponte dal lato del Campo Marzio. Distrutto da una piena nel 729 d.C. e ricordato dalle fonti come Pons Ruptus, il ponte venne sostituito secoli dopo dall’attuale Ponte Sisto, edificato per il Giubileo del 1475 e probabilmente impostato sulle stesse fondazioni dell’antico manufatto.

Colpo di scena: l’incredibile scoperta dei bronzi…

Nel 1878 durante gli interventi sull’argine del Tevere riemerse un gruppo di straordinari bronzi sempre legati alla decorazione del ponte romano e per lungo tempo furono custoditi nei depositi del Museo.

Stata di togato in bronzo dorato – Foto Dinamica Studio 

Si tratta di una testa maschile diademata, una statua di togato in bronzo dorato, un’ala destra di Vittoria che ora tornano visibili per la prima volta grazie a un approfondito lavoro di restauro e alla mostra ospitata al Museo Nazionale Romano “Memorie sommerse: i bronzi del Ponte di Valentiniano”, a cura di Federica Rinaldi e Agnese Pergola.
Un’esposizione di grande rilievo non solo perché illustra un patrimonio finora poco conosciuto, ma anche perché aggiunge importanti informazioni per la ricostruzione della topografia monumentale di Roma.

 Eccezionale esempio di riuso

Si tratta di opere non omogenee per stile ed epoca, indizio di un uso sapiente del reimpiego: sculture più antiche furono infatti adattate con i ritratti degli imperatori Valentiniano e Valente per costruire un programma iconografico di forte impatto politico e celebrativo.

Ala in bronzo di Vittoria alata – Foto L. Mandato – Archivio Fotografico MNR

Le opere in mostra sono da collegarsi strettamente al materiale epigrafico conservato oggi nel Chiostro di Michelangelo delle Terme di Diocleziano, ovvero i resti marmorei del parapetto, della balaustra e di alcuni dei pilastrini, offrendo così un percorso diffuso su più sedi museali. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 12 aprile 2026. Info: 06.684851


Foto apertura: testa in bronzo attribuita a Valentiniano I – Archivio Fotografico MNR