Metti di scoprire per caso… Archeologia e diritto

Archeologia Viva n. 136 – luglio/agosto 2009
p. 77

di Silvia Segnalini

Che fare se vi imbattete per caso nelle testimonianze del passato?

Può succedere a chiunque: un sacchetto di monete antiche portato sulla spiaggia dalla corrente o un piccolo capitello nascosto nel bosco dove avete appena fatto un pic-nic

Non sottovalutate la questione. Potrebbe trattarsi di refurtiva archeologica nascosta da tombaroli o commercianti clandestini di antichità, oppure di un “tesoretto” abbandonato dall’antico proprietario di cui non si ha più memoria.

In ogni modo, potrebbe trattarsi di cose rientranti nella previsione dell’art. 10 del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, il cosiddetto Codice dei beni culturali e del paesaggio, con l’elenco dei beni culturali oggetto di tutela.

Il Codice in questi casi è chiaro: in base all’art. 90, e all’art. 175 (comma 1, lett. b), chi scopre fortuitamente cose di valore archeologico e artistico deve denunciarlo entro ventiquattr’ore al Soprintendente o al Sindaco o all’autorità di Pubblica sicurezza; nonché conservarle e custodirle, dopo averle rimosse dal luogo del rinvenimento in caso di cose mobili e a rischio, sino alla visita dell’autorità competente (il Ministero rimborserà le spese di custodia e rimozione). Altrimenti la pena è l’arresto fino a un anno e l’ammenda da 310 a 3.099 euro.  […]