Il santuario del re: l’area sacra di Sant’Omobono A proposito di…

Il santuario del re: l'area sacra di Sant'Omobono

Archeologia Viva n. 136 – luglio/agosto 2009
pp. 60-62

di Paolo Carafa

A Roma sono riprese le ricerche sui templi di Mater Matuta e di Fortuna oggetto di un culto speciale da parte dei re

Alle pendici del Campidoglio, presso la riva sinistra del Tevere e ai margini del porto di Roma nel Foro Boario, sorgeva un importante santuario dedicato a due divinità: Fortuna, dea che legittimava il potere regio attraverso una sacra unione umano-divina, prediletta dal penultimo re di Roma Servio Tullio, e Mater Matuta, dea più antica, venerata già nel calendario della città risalente alla prima età regia, a cui potevano rivolgersi solo matrone romane che erano state sposate una sola volta, raccomandando alla dea i figli delle proprie sorelle.

Secondo gli antichi, questo luogo sacro era stato voluto da Servio Tullio (che avrebbe tradizionalmente regnato dal 578 al 534 a.C.) e restaurato almeno due volte: all’inizio del IV sec. a.C. da M. Furio Camillo, il conquistatore di Veio, e alla fine del secolo successivo, dopo un disastroso incendio verificatosi nel 213 a.C.

Nel 1937, lavori per la costruzione di un edificio – in seguito mai realizzato – da destinare a nuovi uffici comunali portarono alla scoperta dei resti del santuario di Fortuna e Mater Matuta, lungo l’attuale via L. Petroselli, presso la chiesetta di Sant’Omobono. Le indagini si sono ripetute più volte dal dopoguerra fino agli scorsi anni Ottanta. […]