Akhenaton e le lettere di Tell el-Amarna Egitto amarniano

Egitto. Akhenaton e le lettere di Tell el-Amarna

Archeologia Viva n. 135 – maggio/giugno 2009
pp. 40-47

di Francesco Tiradritti

Le tavolette ritrovate nel sito dell’effimera capitale di Amenofi IV rappresentano uno degli insiemi documentari più studiati dell’antichità

Ne esce il quadro vivace dei rapporti fra l’Egitto e le grandi potenze del Vicino Oriente al tempo in cui la dinastia reale cercò di ridurre lo strapotere dei sacerdoti di Tebe…

Da decenni la regione compresa tra il Mediterraneo orientale e il Golfo Persico è flagellata da guerre. Si tratta di conflitti che vedono in gioco gli interessi delle maggiori potenze mondiali o degli stati regionali. A ben guardare, la situazione attuale – con le dovute differenze – non è così dissimile da quella documentata dalle cosiddette Lettere di Tell el-Amarna.

Si tratta di tavolette di argilla, redatte in scrittura cuneiforme e che fanno uso (per la quasi totalità) della lingua babilonese, riferibili al trentennio centrale del XIV sec. a.C. L’eccezionalità di questi documenti è legata proprio al luogo della scoperta.

Tell el-Amarna non è infatti un sito del Vicino Oriente, dove sarebbe più plausibile collocare la produzione e perciò il ritrovamento di simili reperti. Si trova invece in pieno Medio Egitto e corrisponde alla località che il faraone Amenofi IV/Akhenaton (1350-1333 a.C., XVIII dinastia) scelse per fondare una nuova capitale.

Le 380 tavolette di argilla, oggi note come Lettere di Tell el-Amarna, facevano parte dell’archivio diplomatico della corte egizia e conservano la corrispondenza intrattenuta con gli stati della regione siro-palestinese e le maggiori potenze del Vicino Oriente.

Il regno di Amenofi IV/Akhenaton è di per sé un periodo storico unico. Si pone al termine di un processo che aveva condotto i sovrani egizi a prendere le distanze dal clero di Amon-Ra di Tebe (Luxor).

Questo atteggiamento era la conseguenza della sempre maggior influenza – derivata dalle enormi ricchezze che all’epoca affluivano nella Valle del Nilo – che i sommi sacerdoti del dio erano andati acquisendo durante tutta la prima parte della XVIII dinastia e che li aveva resi così potenti da proporsi come alternativa ai monarchi nella conduzione dello stato.

Thutmosi IV (1397-1387 a.C.) e Amenofi III (1387-1350 a.C.) avevano cercato di contrastare la crescente ingerenza del clero tebano proponendo un’alternativa ad Amon-Ra attraverso la rivitalizzazione del culto solare. […]