Per vivere l’archeologia proposte da Brescia Futuro del passato

Per vivere l’archeologia proposte da Brescia

Archeologia Viva n. 134 – marzo/aprile 2009
p. 74

di Alberto Arenghi, Sara Pea e Gian Paolo Treccani

Il problema dell’accesso e della fruizione delle strutture pubbliche trova un terreno particolare di applicazione nelle aree archeologiche dove “per tutti” aumentano le difficoltà di visita e le esigenze di comprensione: un laboratorio a Brescia

La definizione di accessibilità per un edificio presuppone che il progettista valuti che qualsiasi persona vi possa accedere e muovere in autonomia.

Il requisito, dunque, potrà essere soddisfatto soltanto se considerato dalle fasi di studio di massima fino a quelle dei dettagli di finitura e al tipo di arredi. Quando poi l’intervento riguarda contesti con particolari connotazioni storico artistiche, il tema dell’accessibilità si deve confrontare anche con valutazioni di carattere estetico e culturale.

Pur rimanendo invariato il significato di accessibilità, intervenire su un edificio o una città storica per renderli fruibili a tutti pone interrogativi che possono essere riassunti chiedendosi se la tutela di un bene e la sua accessibilità siano valori compatibili.

Le recenti riflessioni disciplinari, affiancate alle “Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale” del Ministero per i Beni e le Attività culturali (maggio 2008), ci dicono che i due valori, tutela e accessibilità, sono l’espressione di una stessa matrice culturale a carattere umanistico. Certo è che la “convivenza” non risulta semplice, passando attraverso un processo di gestione che vede la valutazione di tutti gli “interessi”.

A prescindere dalla questione dell’accessibilità, quando si interviene sull’organizzazione di aree archeologiche, si agisce, nella maggior parte dei casi, con passerelle e questo è giustificato almeno da tre motivi: istanze conservative sconsigliano che i visitatori camminino sulle strutture antiche; la disposizione a una quota maggiore rispetto al piano archeologico consente una migliore leggibilità del sito; le passerelle consentono di individuare un percorso, evidenziando i punti di maggior rilevanza. In tutto ciò l’accessibilità diviene un’occasione ottenuta quasi “gratuitamente” se le tre motivazioni sopra espresse vengono declinate in ambito progettuale in maniera corretta, ovvero selezionando tra tutte le opzioni progettuali possibili quelle che garantiscano a tutti la percorribilità del sito. […]