La casa di Augusto: sensazionali novità sul Palatino Roma antica

La casa di Augusto: sensazionali novità sul Palatino

Archeologia Viva n. 134 – marzo/aprile 2009
pp. 32-39

di Andrea Carandini e Daniela Bruno

Uno studio approfondito sulla casa-santuario del primo imperatore di Roma ha apportato ulteriori contributi alla conoscenza del celebre complesso monumentale

Archeologia Viva pubblica le conclusioni dei due autori che perfezionano e completano le ricerche illustrate nel recente prezioso volume edito da Laterza

Era il 42 a.C. quando Ottaviano, ventiduenne, decise di costruirsi una grande casa sul Palatino rivolta all’Aventino. Aveva trentacinque anni (29 a.C.) quando scelse di seppellire questa residenza per edificarvi sopra una casa-santuario favolosa, in cui andare ad abitare insieme agli dèi Apollo e Vesta.

Nominato Augusto (27 a.C.), qui visse, principe di un impero universale (aveva per sigillo una sfinge). A destra di questo primo palazzo imperiale era il tempio di Giove sul Campidoglio e davanti il tempio di Diana sull’Aventino.

Queste dimore di Ottaviano e poi di Augusto si trovavano in un contesto eccezionale: vicino all’antico approdo sul Tevere, dove secondo la leggenda avevano attraccato le navi di eroi greci e dove erano sorti i primi culti del luogo, come quello di Fauno al Lupercale.

Augusto si stabilisce in questa parte del Palatino perché si sente erede dei re aborigeni del Lazio (Pico, Fauno e Latino), di Enea e della famiglia albana dei Giulii: era stato adottato da Giulio Cesare.

Sul Palatino avevano da sempre abitato i grandi della città, e a partire da Augusto vi abiterà l’imperatore, in palazzi sempre più grandiosi, circondato da cortigiani, guardie e burocrati. Il termine “palazzo” deriva appunto da Palatium, il monte Palatino, centro per oltre un millennio di un potere divenuto ecumenico.

Nel IV sec. d.C. la domus Augusti accoglierà sul suo avancorpo rivolto al Circo Massimo – scandalo per i pagani! – la chiesa di Anastasia, sorella di Costantino. Il tempio di Apollo, posto al culmine del palazzo, brucerà nel 363 e la dimora comincerà a decadere, fino a ridursi in rovina.

La domus Augusti è rimasta a lungo un enigma. Identificata con certezza negli scavi degli anni Sessanta, è apparsa agli studiosi come un complesso di costruzioni poco comprensibili.

Ciò stupisce, perché la casa di Ottaviano è magnificamente conservata anche nelle decorazioni, e tuttavia si spiega, perché la casa di Augusto, costruita sopra quella, ci è giunta, invece, quanto mai rovinata.

Nel 2006 gli archeologi della Soprintendenza hanno svelato, finalmente, il segreto della dimora: si trattava non di una sola casa, ma due sovrapposte.

La casa di Ottaviano era stata seppellita per costruirvi sopra la più recente, di Augusto, più ampia della prima perché includeva il santuario di Apollo, il dio che aveva aiutato Ottaviano a vincere Antonio e Cleopatra. 
(Dall’introduzione di Andrea Carandini al volume: A. Carandini con D. Bruno, La casa di Augusto dai “Lupercalia” al Natale, Laterza 2008). […]