Archeologia Viva n. 133 – gennaio/febbraio 2009
pp. 60-63
di Sebastiano Tusa, Angelo Vintaloro, Giuseppe Guerrera e Elisabetta Viola
Una missione di ricerca promossa dal Museo archeologico e dall’Archeoclub di Corleone ha visitato la Repubblica Democratica del Congo
per un progetto che prevede la realizzazione a Kinshasa di un grande Museo panafricano e l’avvio di indagini sistematiche nella savana
Il primo impatto con la realtà congolese non è facile. È questo che affascina e sgomenta: un mondo lontanissimo dalle nostre logiche europee, attraente per l’intimo connubio natura-storia-cultura. Qui si respira l’immanenza. Come vivere senza diacronicità.
Ma l’assenza di “storia” è apparente, tradita da relazioni millenarie riscontrabili nel patrimonio di incisioni e pitture rupestri, come nell’estrema varietà di manufatti in legno, metallo e ceramica delle epoche più svariate.
Oggi questa zona dell’Africa ci offre l’occasione di riscrivere la nostra stessa storia. L’analisi delle sue strutture sociali e parentali ci aiuta a rivedere l’evoluzione della società umana nella sua interezza; a trovare le leggi del nostro comportamento nei millenni, attraverso una comparazione tra dati archeologici (in questo la Repubblica Democratica del Congo è una terra tutta da scoprire) ed etnoantropologici, testimoni di antichi sistemi di vita e di gestione delle risorse.
Oggi il Paese si apre al mondo chiedendo aiuto, dignitosamente, anche sul piano culturale. Può sembrare assurdo trovare interessi archeologici in un popolo che vive problemi gravissimi, compreso quello dell’alimentazione.
Eppure, questa attenzione ci è stata esternata con ansia, come ricerca di comuni radici tra etnie, come suggello di pacificazione. Per questo il Comune di Corleone / Museo Archeologico e la sede locale dell’Archeoclub d’Italia, con il patrocinio di Archeologia Viva, hanno raccolto l’invito per un sopralluogo. […]