Nubia ieri / Nubia oggi: la memoria salvata dalle acque Uomini e dighe

Nubia ieri / Nubia oggi: la memoria salvata dalle acque

Archeologia Viva n. 133 – gennaio/febbraio 2009
pp. 50-59

di Alfredo e Angelo Castiglioni

In Sudan la diga di Merowe è ormai completata e lentamente il grande invaso si sta riempiendo con l’acqua del Nilo

Ecco quanto è stato fatto grazie all’iniziativa italiana per salvare la lunga storia per immagini che i nubiani di ogni tempo hanno inciso sulla pietra

Si è conclusa nella Nubia sudanese una missione di “salvataggio” archeologico, chiamata “Archaeological Salvage Project”, condotta per il CeRDO (Centro Ricerche Deserto orientale) da chi scrive insieme a Derek Welsby, ricercatore del British Museum di Londra e presidente dell’Associazione di studi nubiani, e un gruppo di archeologi dell’NCAM (National Corporation for Antiquities and Museums) di Khartoum. Archeologia Viva ha dato il suo patrocinio.

Sull’esempio di quanto avvenne in Egitto con la costruzione della diga di Assuan, che portò alla scomparsa di un gran numero di siti archeologici (alcuni mirabilmente salvati, come i templi di Abu Simbel), lo scopo dell’”Archaeological Salvage Project” è stato il recupero di un patrimonio destinato a essere sommerso dall’acqua di una nuova grande diga sul Nilo, che alcune ditte cinesi hanno ormai finito di realizzare all’altezza della quarta cateratta nei pressi della città nubiana di Merowe e che formerà un lago di 170 chilometri, fino all’isola di Mograt.

L’acqua del nuovo invaso, che a partire dal 2007 ha già iniziato a riempirsi, produrrà una notevole quantità di energia elettrica e consentirà di irrigare vaste zone di deserto. La diga di Merowe appare dunque preziosa per l’economia sudanese.

Ma, come quasi sempre accade nelle scelte di sviluppo basate su invasivi interventi ambientali, ne risentiranno il Nilo e l’equilibrio ecologico della sua valle. […]