Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 133 – gennaio/febbraio 2009

di Piero Pruneti

Su questo numero pubblichiamo un reportage dalla Repubblica Democratica del Congo dove si parla dei beni culturali di quel Paese, uno dei più importanti e rappresentativi dell’Africa. In particolare della necessità di recuperarne la memoria attraverso un patrimonio di immagini rupestri che, se studiato metodicamente, potrà restituirci inediti frammenti di storia negata.

Di fronte al pauroso dramma umanitario che il Congo sta vivendo, con centinaia di migliaia di disperati che non sanno dove andare e cosa mangiare a causa dell’ennesima guerra civile africana in corso nella provincia del Kivu (una terra ricca e magnifica come poche), eravamo incerti se dare spazio a un articolo dove si parla della necessità di realizzare un museo panafricano, di restaurare migliaia di reperti di valore etnografico stivati nei magazzini della capitale Kinshasa, di avviare ricerche sistematiche per documentare l’arte su roccia. Sinceramente ci sembrava insopportabile sostenere progetti culturali dove c’è gente che non cerca archeologi ma pane per vivere un giorno di più.

A questa reazione emotiva sono subentrati le riflessioni e i princìpi che sostengono la nostra idea di cultura. È la stessa storia negata dell’Africa a farne il continente più disastrato del pianeta. La dignità e la decisione di un popolo davanti al proprio futuro non possono che derivare dalla conoscenza del proprio passato, da un’acquisita coscienza di sé. E allora forza.

Non lasciamoci prendere dal pessimismo e dall’atrofia della disgrazia. Sosteniamo come ci è possibile i processi di pace e di giustizia (non dimentichiamo, noi, come l’Africa è stata depauperata, ed è trattata tuttora, dai paesi industrializzati), ma non rinunciamo a progetti di cultura che mirano dritti alla dignità delle persone e dei popoli.

Esisterebbe oggi un’idea di Europa senza la coscienza di una comune storia sedimentata? Senza archivi, senza musei, senza monumenti? Questo dobbiamo all’Africa, dopo secoli in cui l’uomo occidentale ha preso da quel continente tutto quello che ha voluto e potuto. Il progetto di un grande Museo dell’Africa, dove siano rappresentati gli ambienti e le culture di tutti i suoi Stati, è straordinario, quanto di difficilissima realizzazione.

Ma da qualche idea lungimirante dovremo pur cominciare per costruire una prospettiva di futuro in un continente che siamo quasi riusciti a far diventare un buco nero nella storia dell’umanità.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”