L’altro Iraq: in Kurdistan passando da Sulaimaniya… Futuro del passato

L’altro Iraq: in Kurdistan passando da Sulaimaniya

Archeologia Viva n. 132 – novembre/dicembre 2008
pp. 66-69

di Andrea Misuri

Su invito del governatorato locale un inviato di Archeologia Viva si è recato nel Kurdistan iracheno per una visita al secondo museo del Paese e alla regione del Pira Magrun

L’appuntamento è all’Alborz Hotel al Khasraw Khal Bridge. Il suv – un tipo di veicolo che qui ha qualche ragione in più di esistere rispetto alle strade di casa nostra – arriva puntuale. Gli uomini della sicurezza, kalashnikov in braccio, sono giovanissimi, baffi appena accennati. Sulaimaniya, qualche decina di chilometri dal confine con l’Iran, un tempo importante tappa per le carovane fra Baghdad e Tabriz, è immersa nel traffico di ogni giorno.

Intorno al bazar, le grida dei venditori inseguono quelle dei compratori. Dai finestrini del Toyota leggiamo le insegne di una barberia “Milano”, di una pizzeria “La perla”. Trascorsi italiani di emigranti di ritorno…

Il Kurdistan iracheno è stato solo sfiorato dalla guerra contro Saddam e, in seguito, l’omogeneità etnica ha impedito il dramma infinito degli attentati.

Il Museo archeologico Slemani è per importanza il secondo dell’Iraq dopo quello di Baghdad, depredato nei giorni della caduta del regime. Prima era una piccola costruzione nel quartiere di Aqaree. L’ubicazione attuale, dal 1979, in via Salim, una delle arterie principali, copre un’area di seimila metri quadri.

Nei pressi sorgono l’università e l’ospedale di Emergency. L’edificio si estende su un unico piano, costituito da due grandi sale parallele che prendono luce da un cortile centrale.

Ci attende il direttore, Hashim Hama Abdullah. Anche lui giovane. Simpatico, dai modi diretti, ci spiega che ha assunto l’incarico da un paio d’anni. Capelli neri, i folti baffi della tradizione curda risaltano sul volto sorridente. […]