Archeologia Viva n. 132 – novembre/dicembre 2008
pp. 60-64
a cura di Stefano Campana, Cristina Felici e Lorenzo Marasco
In provincia di Siena l’attenta lettura integrata della valle dell’Asso ha portato all’individuazione di una grande chiesa paleocristiana di cui si era persa ogni traccia e che verrà restituita al paesaggio storico della regione nella forma di un’area archeologica documentata e visitabile
Un sito archeologico è parte inscindibile del paesaggio che lo circonda. Lo è rispetto alla fase in cui è nato, rispetto alla sua vita e alla sua fine. Lo è, infine, in merito al paesaggio attuale che può averne permesso l’individuazione e lo sarà nel paesaggio futuro, se il sito verrà monumentalizzato, visitato, diverrà parte attiva dei paesaggi che si formeranno. Lo stretto rapporto tra sito e paesaggio è alla base del Progetto Pava. Siamo nella valle dell’Asso, un affluente del fiume Orcia, nella bassa provincia di Siena. Le ricerche nella valle sono iniziate nel 2000. Abbiamo effettuato ricognizioni estensive di superficie, ricognizioni aeree e fotografie oblique. Oltre a queste attività di ricerca sul campo, sono state condotte letture di fotografie aeree verticali, raccolta di cartografia storica e di bibliografia del contesto. L’analisi integrata dei dati raccolti ha permesso di individuare un’area ricca di spunti per l’approfondimento.
Il luogo si trova lungo l’Asso, molto vicino alla pieve romanica di S. Maria in Pava (in comune di S. Giovanni d’Asso). Qui le ricognizioni di superficie hanno individuato molti reperti, che attestano frequentazioni e insediamenti dall’età etrusco ellenistica (III sec. a.C.) alla piena e tarda età romana imperiale (I-VI sec. d.C.). Sulla base delle associazioni dei reperti e per la sua posizione – un punto adatto al guado vicino alla confluenza tra i torrenti Asso e Trove – il sito poteva essere letto come una statio o comunque un luogo di sosta lungo una viabilità interna di età romana (avvalora l’ipotesi il cospicuo numero di monete romane raccolte).
L’interesse per il sito era accresciuto dall’esistenza di documenti di età longobarda (VIII sec.), relativi a una contesa fra le diocesi di Arezzo e di Siena, dove si menziona una pieve di S. Pietro in Pava. Ma… pieve di S. Pietro o di S. Maria? Un errore del copista? Un cambio di intitolazione? La pieve di S. Pietro in Pava si trova sotto la pieve di S. Maria in Pava o si trova altrove? Abbiamo così deciso di approfondire le indagini sull’area ai piedi della collina di S. Maria, in coincidenza del sito etrusco-romano. […]