Metti una visita con scatto nell’area archeologica Archeologia e diritto

Metti una visita con scatto nell’area archeologica

Archeologia Viva n. 131 – settembre/ottobre 2008
pp. 76-77

di Silvia Segnalini

Ci assale sempre il dubbio “si potrà fotografare?” anche quando si visita un bene culturale in esterno ma… tranquilli: se il divieto non è segnalato “si può” e “senza pagare”

In ogni caso rimane il problema di un eccesso di discrezionalità a parte dell’autorità competente a dare l’autorizzazione

Dopo i musei di arte antica e non (vedi: AV n. 128), qualche precisazione per le aree e i siti archeologici – ai quali non difetta certo la qualifica di “bene culturale” ai sensi dell’attuale Codice dei beni culturali e del paesaggio – sarà tutt’altro che superflua: si tratta sempre di beni di proprietà pubblica e che hanno – si direbbe per antonomasia – un rilevante interesse artistico, storico o etnoantropologico. Ancora una volta occorre distinguere le foto amatoriali, scattate da visitatori e turisti, dalle foto professionali.

Il privato dovrà fare attenzione semplicemente alla segnalazione di un eventuale divieto, e regolarsi di conseguenza: lo scatto, se permesso, sarà gratuito, ma spetta comunque «all’autorità che ha in consegna il bene» (come recita il Codice) decidere se concedere l’autorizzazione.

A monte, vi è quindi sempre un provvedimento concessorio di tipo amministrativo, da parte di tale «autorità» (la quale, al di là dell’ambiguità dell’espressione con cui è stata designata dal legislatore, è il Ministero per i Beni e le Attività culturali, “in persona” della Soprintendenza, della Regione o di altro ente pubblico territoriale da cui il bene dipende: anche se, per ogni sito o museo, sarà poi il Direttore a prendere la decisione concreta). […]