Tergeste/Trieste: dal passato una terra adriatica Alto Adriatico

Tergeste/Trieste: dal passato una terra adriatica

Archeologia Viva n. 131 – settembre/ottobre 2008
pp. 54-65

di Marzia Vidulli Torlo

La provincia di Trieste è la più piccola d’Italia: una lunga striscia protesa verso est stretta fra la Slovenia e il mare mentre alle spalle della città e del golfo si estende il Carso

Una terra ricca di resti fossili (dinosauri compresi) e archeologici che invitano a un lunghissimo viaggio nel tempo

Nella preistoria l’altipiano del Carso fu frequentato da cacciatori stagionali che si rifugiavano in grotte e ripari naturali. L’ambiente era una steppa-prateria con rade conifere e latifoglie, tra cui pascolavano cervi e prosperava una ricca microfauna.

Gli scavi dell’Università di Pisa nel riparo sotto roccia di Visogliano hanno recuperato interessanti manufatti in pietra, resti di fauna e di Homo erectus (parte di una mandibola) databili fra 450.000 e 300.000 anni fa, ascrivibili al Paleolitico inferiore.

Mentre la grotta Pocala di Aurisina, un sito del Paleolitico medio tra i più ricchi d’Europa, datato tra 80.000 e 35.000 anni fa, testimonia il passaggio, per battute di caccia, dell’uomo di Neanderthal, che ha lasciato strumenti in pietra scheggiata (raschiatoi) e in osso; vi sono stati ritrovati in grande quantità anche scheletri di orsi delle caverne (Ursus spelaeus) e di altri mammiferi che a loro volta la utilizzarono per il letargo.

L’assestamento del clima temperato che caratterizzò il Mesolitico (8.000-5.000 a.C.) portò alla trasformazione dell’ambiente, con boschi alternati ad aree aperte, e al conseguente sfruttamento intensivo delle risorse naturali da parte dell’uomo che si stanziò sull’altopiano carsico in modo semipermanente.

Erano piccole comunità di raccoglitori e cacciatori; questi ultimi adattarono le proprie tecniche alla nuova fauna (cervi, caprioli, cinghiali…) introducendo l’uso dell’arco e di frecce con punta in selce. L’uomo si dedicò inoltre alla raccolta di molluschi e alla pesca, grazie alla vicinanza del mare, che aveva ormai raggiunto una linea di costa prossima all’attuale.

Il Neolitico (5.000-3.000 a.C.) e l’Eneolitico (o età del Rame, 3.000-2.000 a.C.) videro il passaggio a un’economia incentrata sulla coltivazione e l’allevamento del bestiame, in particolare la pastorizia. Sul Carso triestino non sono documentati villaggi con capanne, ma lo stanziamento è comunque testimoniato dai ritrovamenti in grotte, come quella dell’Orso di Gabrovizza. […]