Alla ricerca della terra di Amu L'oro dei faraoni

Fratelli Castiglioni - Alla ricerca della terra di Amu

Archeologia Viva n. 131 – settembre/ottobre 2008
pp. 28-39

di Alfredo e Angelo Castiglioni e Alessandro Roccati

Una “terra dell’oro” elencata da Ramesse II nel tempio di Luxor

Ora le ultime indagini dei fratelli Castiglioni nella Nubia sudanese hanno portato alla scoperta di iscrizioni e altri indizi forse decisivi per l’individuazione di una delle zone di interesse minerario più importanti per l’antico Egitto

Durante la campagna di ricerche, condotta nel novembre 2007 dal CeRDO (Centro Ricerche nel Deserto Orientale) nella Nubia sudanese abbiamo trovato a breve distanza dal Nilo, nei pressi della terza cateratta, un’iscrizione in ieratico: «Al ka dello scriba di Am(u), Userhat», come ha tradotto Alessandro Roccati. Userhat: uno scriba che veniva dalla mitica terra di Amu…

Dove si trovava la terra di Amu? Conosciamo bene in Sudan tutta la regione a est del Nilo, per averla percorsa in numerose missioni: un vasto rettangolo di deserto da Abu-Hamed (nella grande ansa di Dongola, poco a sud della quarta cateratta) a Wadi Halfa (sul confine egiziano), fino al mar Rosso.

Una concessione di ricerca che, prima di essere affidata al CeRDO dal National Corporation for Antiquities and Museums di Khartoum, era ritenuta un “vuoto archeologico”.

Amu, una regione ricca d’oro: così la definiscono le fonti egizie. Gli itinerari delle nostre missioni, segnati sulle mappe satellitari, mettono in evidenza che esiste una sola zona ricca di quarzo aurifero in prossimità del graffito.

Sono i monti di Abu Siha, una catena orientata est-ovest con ramificazioni nord-sud, 250-300 chilometri dal Nilo, una distanza percorribile fra otto e dieci giorni anche da una carovana numerosa, attraverso la vasta pianura desertica che si apre oltre le colline che bordeggiano il fiume.

Prima del ritrovamento del graffito di Userhat ritenevamo che la catena di Abu Siha facesse parte della regione di Wawat, anch’essa famosa nei testi egizi per l’oro. Alla luce di questa scoperta, possiamo ipotizzare che gli Egizi, oltre alla regione di Wawat che arrivava fino al Gebel Umm Nabari, conoscessero anche l’oro di Abu Siha e delle montagne circostanti, forse la terra di Amu.

Sono due zone ben distinte, separate da cinquanta chilometri di deserto, raggiungibili sempre dal Nilo risalendo differenti vie carovaniere: una verso sud-est raggiungeva Amu, l’altra verso nord-est giungeva a Wawat. Forse, questo fatto spiega il diverso nome dato dagli Egizi alle due aree minerarie. […]