La Lupa e la Sfinge: quando Roma e l’Egitto si… scoprirono Mostra a Roma

La Lupa e la Sfinge: quando Roma e l’Egitto si scoprirono

Archeologia Viva n. 131 – settembre/ottobre 2008
pp. 18-26

di Filippo Coarelli

Alla fine anche la terra del Nilo divenne una provincia dell’impero e le sue ricchezze contribuirono alla grandezza di Roma

Ma già prima della drammatica vicenda di Antonio e Cleopatra la plurimillenaria civiltà dell’Egitto aveva cominciato ad affascinare e coinvolgere i futuri conquistatori con un’attrazione fortissima che non fu per niente a senso unico

L’esistenza di rapporti politici tra Roma e l’Egitto tolemaico è attestata fin dal 273 a.C., quando troviamo, nel riassunto del perduto libro XIV di Tito Livio, che «un’alleanza fu stipulata con Tolomeo, re d’Egitto».

La data ci è fornita da un altro autore tardo, che dipende da Livio, Eutropio (IV sec. d.C.): «Sotto il consolato di C. Fabricio Luscino e di C. Claudio Cinna, nell’anno della fondazione di Roma 481, ambasciatori alessandrini inviati da Tolomeo, vennero a Roma e chiesero ai Romani un trattato di amicizia, che ottennero».

Nonostante la penuria di documenti, non mancano indizi che sembrano attestare la continuità dei rapporti romano-tolemaici per tutto il corso del III sec. a.C. Sembra difficile, ad esempio, che Tolomeo II Filadelfo (308-246 a.C.) si sia disinteressato alle vicende drammatiche della prima guerra tra Roma e Cartagine, che a partire dal 264 a.C. e per ventitré anni si svolse tra la Sicilia e le coste dell’Africa settentrionale, un teatro certamente non estraneo agli interessi dell’Egitto.

Sappiamo da Appiano che nel corso della guerra i Cartaginesi chiesero al Filadelfo un prestito di duemila talenti e che il re oppose un rifiuto, dopo aver tentato di propiziare la pace tra i due contendenti. Ciò significa che vi fu uno scambio di ambascerie con Roma…

Ancora Livio riporta un episodio, avvenuto nel 200 a.C., alla fine della seconda guerra punica, quando presso Tolomeo IV Epifane (215-164 circa a.C.) giunsero tre legati romani «per annunziare la vittoria su Annibale e sui Cartaginesi e per ringraziare il re, poiché nelle difficoltà della guerra, quando anche gli alleati italici avevano abbandonato i Romani, era rimasto fedele ai patti, e per chiedergli, nel caso in cui avessero intrapreso una guerra contro Filippo, costretti dalle sue malefatte, di conservare la stessa posizione nei riguardi dei Romani».

Lo storico Polibio ci informa inoltre che nel corso della seconda guerra Punica, nel 210, la grave carestia provocata dalla guerra annibalica in Italia aveva obbligato Roma a chiedere forniture di grano all’Egitto. […]