Antichi riti sul Fucino: scoperte nella grotta Continenza Preistoria italiana

Antichi riti sul Fucino: scoperte nella grotta Continenza

Archeologia Viva n. 130 – luglio/agosto 2008
pp. 30-39

di Renata Grifoni Cremonesi, Paola Astuti, Marco Serradimigni e Marco Usala

Lo scavo di questo antro abruzzese ci fornisce una documentazione preziosa per “entrare” nell’ideologia dell’uomo preistorico

In migliaia di anni la grotta fu utilizzata per sepolture di uomini donne e bambini secondo modalità che talvolta appaiono sconcertanti

L’ampio riparo si apre sulle ripide pendici calcaree del monte Labrone, presso la cittadina abruzzese di Trasacco (Aq), ai bordi di quello che un tempo era il grande lago del Fùcino e oggi, dopo il prosciugamento del bacino, è una vasta piana coltivata. Siamo a 710 metri di altitudine, presso a poco la quota del lago antico in età preistorica.

Al riparo fa seguito una grotta, apertasi durante le operazioni di scavo iniziate nel 1978 dal Dipartimento di Scienze archeologiche dell’Università di Pisa e attualmente dirette da chi scrive. Nel suo complesso la grotta Continenza ha fornito una delle serie stratigrafiche più complete (finora sono stati individuati 47 livelli, numerando dall’alto in basso, dal più recente al più antico) per quanto riguarda l’arco temporale compreso tra il Neolitico e l’Epigravettiano finale (Paleolitico superiore), ovvero fra circa 6500 e 12.000 anni da oggi.

Iniziando dunque lo scavo della grotta Continenza dagli strati più superficiali, i livelli 1 e 2, già sconvolti da ricerche di clandestini, contenevano materiali di epoca romana, dell’età del Bronzo e del Rame.

Con gli strati sottostanti entriamo nella preistoria: i livelli 3-23 appartengono, infatti, al Neolitico antico (caratterizzato da ceramica impressa), dove sono stati rinvenuti i resti di oltre trenta individui tra adulti e giovani, le sepolture acefale di due bambini, oltre a suoli in battuto, fosse foderate di limo giallo trasportato dal lago, pavimentazioni in pietre, fosse con vasi o addirittura con animali interi già macellati (cani, pecore, maiali): tutti elementi che hanno a che fare con antichissimi riti funebri.

La documentazione di uno di questi riti celebrati dagli agricoltori neolitici del Fùcino è eccezionale: i resti dei due bambini che abbiamo citato sopra furono deposti all’interno di vasi e coperti dai resti, pure cremati, di una donna. Le misurazioni al Carbonio 14 hanno assegnato una datazione rispettivamente di 6590 e di 6170 anni fa. […]