Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 130 – luglio/agosto 2008

di Piero Pruneti

Un contatto ravvicinato con l’uomo preistorico. Ce lo propone lo scavo di una grotta sulle antiche sponde del Fùcino, in Abruzzo, dove un’équipe dell’Università di Pisa diretta da Renata Grifoni sta lavorando da trent’anni. L’impegno di una vita (in archeologia funziona così…).

L’uomo sapiens l’ha frequentata fra circa 12 mila e 6 mila anni fa, un tempo lunghissimo per i nostri parametri, che conterrebbe in abbondanza l’intero rimanente periodo successivo, quello che chiamiamo “storia”, dall’uso dei metalli e della scrittura fino a oggi.

È impressionante pensare che in tutte quelle migliaia di anni dei gruppi umani usarono la grotta Continenza, tornando quindi un’infinità di volte nello stesso posto, facendone una base per le necessità pratiche della sopravvivenza, ma anche per attività e comportamenti legati alla sfera spirituale. E qui, in particolare, sta l’importanza di questo antro abruzzese.

Volutamente la professoressa Grifoni ci ha fornito un articolo dove si limita alla sola esposizione “dei fatti” ovvero dei risultati materiali dello scavo, ben sapendo come sia difficile, se non impossibile, interpretare la volontà e lo spirito di genti così distanti da noi, pur in presenza di un’abbondante documentazione. Ammiriamo questa prudenza, che distingue gli studiosi seri dagli esibizionisti. C’è infatti chi con molte prove a disposizione, raccolte in anni e anni di lavoro, ne cerca ancora altre e chi non vede l’ora di arrivare a conclusioni, possibilmente mediatiche, con appena qualche elemento in mano (gli esempi non mancano nello stesso ambito universitario).

La grotta Continenza ha restituito molte sepolture, alcune davvero inquietanti per le modalità di esecuzione. I ricercatori avrebbero potuto scrivere romanzi, invece che relazioni di scavo. Anche noi avremmo potuto forzare la mano nella titolazione dell’articolo, tipo “Il mistero dei cadaveri senza testa” oppure “Magia nera sulle rive del Fùcino”.

Non è questo lo stile della vera ricerca scientifica e neppure il nostro, che pure abbiamo il compito di divulgare in forma chiara e piacevole scoperte spesso davvero complicate da spiegare ai non esperti.

Leggetevi l’articolo e, se potete, venite a Trasacco il 19 luglio, dove chi vorrà approfondire l’argomento, avanzare ipotesi e porre domande potrà farlo in diretta, durante la conferenza in programma e sullo scavo in corso che andremo a visitare.

Piero Pruneti 

direttore di “Archeologia Viva”