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L’Orestiade al teatro di Siracusa INDA

Archeologia Viva n. 129 – maggio/giugno 2008
pp. 72-73

di Giuseppina Norcia

Lo storico appuntamento con le “Rappresentazioni classiche” nel suggestivo spazio teatrale dell’antica città greca si rinnova anche quest’anno con opere del grande Eschilo

È il 16 aprile 1914 quando, per la prima volta dopo un silen­zio di secoli, un dramma antico è rappresentato al Teatro greco di Siracusa. L’Agamennone di Eschilo.

Le “Rappresentazioni classiche” – curate dall’Istituto nazionale del dramma antico (Fondazione INDA) e oggi giunte alla quarantaquattresima edizione – nascono così, quasi un secolo fa, dalla coraggiosa iniziativa di un aristocratico siracusano, il conte Mario Tommaso Gargal­lo, ma sono anche l’espressione di una temperie culturale che lega la rilettura dei classici alla riscoperta dei siti archeologici.

Tra gli intellettuali italiani e d’oltralpe, si esprime in questo periodo un desiderio diffuso di ridare vita proprio a quei luoghi che dai viaggiatori settecenteschi e ottocenteschi del Grand Tour erano stati descritti e disegnati in una dimensione sospesa tra magia e oblio, coperti di vegetazione, dimenticati.

In altri casi, questi siti erano ormai incomprensibili perché legati a una dimensione “altra” rispetto alla funzione originaria: è proprio il caso di Siracusa, il cui teatro – definito «maximum» da Cicerone – era ormai segnato dalla presenza di mulini (uno costruito sulla cavea). Pietre antiche in aperta campagna, luogo di fatica…

L’iniziativa delle “Rappresentazioni classiche” a Siracusa si lega dunque alla riscoperta del suo dimenticato spazio teatrale, del suo genius loci. Non è un caso che questo accada quasi in concomitanza con le prime campagne di scavo e le prime edizioni critiche del monumento: lo stesso Paolo Orsi, allora soprintendente alle Antichità, sostiene l’iniziativa e consiglia al conte Gargallo di rivolgersi a Ettore Romagnoli, ellenista e traduttore, che fino al 1927 sarebbe stato il direttore artistico delle “Feste classiche”. […]