Dark-ladies nell’antichità: terribili ‘donne contro’ Parliamo di donne

Dark-ladies nell’antichità: terribili donne contro

Archeologia Viva n. 129 – maggio/giugno 2008
p. 71

di Francesca Cenerini

Dal caso angosciante di Medea alle potenti Auguste della romanità miti e ritratti storici non fanno sconti a mogli e madri e donne “in carriera” che escono dalla via maestra di una tradizione da sempre impostata sulla superiorità indiscussa del maschio

Nel 1861 lo svizzero Johann Jakob Bachofen, profondo conoscitore del mondo antico, pubblica a Stoccarda Il matriarcato. Ricerca sulla ginecocrazia del mondo antico nei suoi aspetti religiosi e giuridici.

In questa, che rimane la sua opera più famosa, Bachofen sostiene che alle origini della civiltà le donne avevano esercitato un vero e proprio potere, di cui lo studioso individua vari stadi progressivi: se l’alba dell’umanità era stata caratterizzata dall’assenza di regole e da una sessualità promiscua, per cui i figli conoscevano soltanto la madre, le donne avevano poi instaurato un loro dominio, il matriarcato, con l’introduzione del matrimonio monogamico; il passo successivo era stata la vittoria del superiore spirito maschile sulla materia femminile con la conseguente instaurazione della società patriarcale.

Dagli storici contemporanei, in particolare da Theodor Mommsen, le argomentazioni di Bachofen furono ritenute un cumulo di sciocchezze; miglior fortuna conobbero a partire dai primi decenni del Novecento, soprattutto per il loro approccio mitico-religioso.

In ogni caso, Bachofen ha il merito di avere indagato «il problema dell’archetipo femminile nelle civiltà antiche e primitive, quale costante di epifanie mitiche e determinante di istituti sociali e giuridici» (Furio Jesi, nella traduzione in italiano de Il matriarcato, Einaudi 1988), in particolare il rapporto tra l’inconscio maschile e la natura femminile in grado di dare alla luce la vita. […]