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Novae e la Legio I Italica

Archeologia Viva n. 129 – maggio/giugno 2008
pp. 62-65

a cura di Andrea Cologni

In Bulgaria sulla sponda meridionale del Danubio rimangono le rovine di questa fortezza per secoli baluardo dell’impero nella tempesta delle invasioni barbariche

La conquista delle terre di Tracia – iniziata negli anni 29-28 a.C. con le operazioni di Marco Licinio Crasso (nipote del famoso triumviro) – è un processo gradu­ale e inesorabile che termina con la formazione di due nuove province: Moesia Inferior, nel 15 d.C. a nord della Stara Planina (in bulgaro ‘Montagna Vecchia’, la catena montuosa trasversale che divide in due la Bulgaria) e Thracia nel 45 d.C. a sud della stessa catena.

Per mantenere la pace e proteggere dai barbari le terre appena conquistate, sulla riva meridionale del Danubio (che all’epoca, prima della conquista della Dacia, costi­tuiva la linea del limes e che oggi segna il confine fra Bulgaria e Romania) venne realizzato un sistema di difesa, con campi militari (castra) per intere legioni (5000-6000 mila soldati) e per eserciti ausiliari (500-1000 soldati).

Uno di questi castra è Novae, due chilometri a est dell’attuale Svishtov (Bulgaria settentrionale), dove nel 45 d.C. venne sistemata la Legio VIII Augusta.

Gran parte della storia di Novae, a partire dal 69, è tuttavia collegata alla presenza della Legio I Italica. Questa partecipa a molte operazioni, tra cui le guerre per la conquista della Dacia (oggi Romania) da parte di Traiano, nel 101-102 e nel 105-106, e le spedizioni contro i Parti. A Novae sono riferibili alcune delle scene raffigurate sulla stessa Colonna Traiana.

La fortezza ha poi un ruolo importante per la difesa dei confini ai tempi delle invasioni barbariche sui Balcani fra il 249 e il 275. I dati archeologici testimoniano che la fortezza danubiana non venne conquistata nel 250 durante un’inva­sione di Goti comandati da Kniva, anche se furono devastati i dintorni e profanati i cimiteri.

Gli assalti continuano nel ventennio successivo e terminano solo con la sconfitta nel 271 dei Goti e nel 273 dei Carpi (Daci esterni all’impero), respinti da Aureliano a nord del Danubio. […]