Disegno il passato… quindi lo capisco Futuro del passato

Disegno il passato… quindi lo capisco

Archeologia Viva n. 128 – marzo/aprile 2008
pp.  68-69

di Giulia Pruneti

La ricostruzione di ambienti archeologici come riprova scientifica di un’indagine e strumento indispensabile di comunicazione del passato

Per i nostri lettori abbiamo fatto visita a un gruppo di lavoro ormai famoso

Tutto parte da un lapis che leggero traccia i contorni di una realtà antica secoli e millenni. A volte è una chiesa medievale sconosciuta, altre volte sono monumenti arcinoti come il Colosseo, i templi di Agrigento…; in altri casi si tratta di sfuggenti situazioni preistoriche che lentamente tornano a nuova vita tra le mani del disegnatore.

Parte da qui l’esperienza e la professionalità dei “ragazzi” (quasi tutti sotto i quaranta) dello studio grafico InkLink di Firenze specializzato in ricostruzioni di ambienti, siti e testimonianze del passato. Un lavoro “al dettaglio”, frutto della sinergia tra archeologi, architetti, illustratori, grafici.

Nato grazie all’intuizione di Simone Boni e Alessandro Rabatti, lo studio si è ormai affermato presso le maggiori realtà archeologiche italiane e non solo (i lettori ricorderanno le ricostruzioni del sito albanese di Butrinto sul n. 122 di AV) per le sue “creazioni” in ambito editoriale, ma anche nell’allestimento di mostre, musei e parchi. Incontrando Alessandro e Simone la prima domanda sorge spontanea…

Come nasce un disegno ricostruttivo attendibile che ha per oggetto realtà così lontane nel tempo?
– La prima fase è quella dell’osservazione diretta del sito o del paesaggio che vogliamo riprodurre. Ci muoviamo in equipe e sempre accompagnati dagli archeologi che ci commissionano il lavoro. Poi è il momento della scelta del punto di vista. Ogni luogo può essere “raccontato” e dunque disegnato da prospettive topografiche e storiche diverse: si può decidere di riprodurre un ambiente durante la sua fase romana piuttosto che in quella medioevale… […]