Politica economia religione: quali possibilità per la donna antica? Parliamo di donne

Politica economia religione: quali possibilità per la donna antica?

Archeologia Viva n. 128 – marzo/aprile 2008
p. 61

di Francesca Cenerini

Il modello ideale della donna garante di buona conduzione domestica rimase sempre attivo nelle società antiche

Tuttavia è ampia la casistica di coloro che seppero uscire dai rigidi confini della casa per occupare posizioni di prestigio all’interno delle comunità di appartenenza

Una cosa va subito premessa: nel mondo antico le donne non godettero mai del diritto di voto, sia attivo (ius suffragii) che passivo (ius honorum). Bisogna attendere il primo Novecento con il movimento delle suffragette inglesi perché si cominci a dibattere la questione. In età antica, le sole cariche pubbliche aperte alle donne furono di natura sacerdotale.

Gli scrittori antichi – poco inclini a riconoscere un ruolo positivo alle donne che si occuparono della cosa pubblica – ci parlano di uno strano episodio acca­duto nel 195 a.C., riguardo alla proposta di abrogare la lex Oppia, varata in un momento molto critico della storia di Roma, nel 215 a.C., all’indomani della disfatta di Canne. Si trattava di una tipica legge suntuaria che colpiva il luxus femminile, limitando il possesso di gioielli e di altri status symbol (abiti costosi e carrozze).

Vinta la guerra contro Annibale e mutate le prospettive politiche ed economiche dei Romani, con l’acquisizione di nuovi e redditizi mercati, da più parti si sentiva l’esigenza di abolire la lex Oppia, anche per incrementare i consumi. Ma, come spesso accade quando si parla di costume muliebre, divamparono accese polemiche che investirono in maniera globale il ruolo della donna nella società, con “conservatori” da una parte – portavoce il famoso Catone il Censore – e “progressisti” dall’altra.

Per Catone gli unici moni­li di cui una donna si doveva adorna­re erano il marito e i figli: «Ecco i miei gioielli», dirà qualche decennio più tardi Cornelia di Tiberio e Caio Gracco. Gli venne obiettato che, mentre gli uomini potevano fregiarsi di gloria militare e potere politico, alle donne doveva essere almeno conces­so di vestirsi e ingioiellarsi adeguatamente al proprio rango. Comunque, le donne scescero in piazza – prima e unica volta documentata dalle fonti – e riuscirono a fare annullare la legge. […]