Archeologia Viva n. 127 – gennaio/febbraio 2008
pp. 40-51
di Lucrezia Ungaro
Sullo sfondo della più vasta area archeologica urbana esistente Roma si arricchisce di un’altra straordinaria dimensione
Dopo due anni di lavori riaprono i Mercati di Traiano per raccontare l’affascinante storia architettonica dei Fori
Brani di edifici “isolati” del grandioso sistema di piazze monumentali che costituivano i Fori Imperiali si succedono ai lati di quella grande arteria, tracciata in epoca fascista, che appunto è oggi via dei Fori Imperiali.
L’attuale visione è in gran parte frutto dei lavori e dei restauri effettuati negli anni Trenta del secolo scorso, con interventi di anastilosi (ricostruzioni con elementi originali – ndr) completati da ampie integrazioni.
Gli scavi più recenti, condotti in occasione del Giubileo del Duemila, hanno consentito un enorme ampliamento delle conoscenze, ma al tempo stesso reso più difficile la percezione dei monumenti antichi.
È impossibile rendersi conto del valore spaziale degli edifici: solo le tre colonne del Tempio di Marte Ultore e il muro perimetrale del Foro di Augusto si avvicinano al loro sviluppo verticale reale, ed è troppo poco per dare il senso della loro tridimensionalità.
Sono questi i motivi che hanno spinto a pensare a un museo dedicato alla decorazione scultoreo-architettonica dei Fori, che si propone di affrontarne anche gli aspetti costruttivi e di restituire la visione “finale” originale.
La decorazione plastica era, infatti, tutt’uno con l’architettura già nella fase progettuale e l’insieme era completato dal “colore”, applicato non solo sugli intonaci, ma anche sui rivestimenti di marmo bianco e splendente nell’impiego di marmo colorato per colonne, pavimenti e pareti. […]