Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 127 – gennaio/febbraio 2008

di Piero Pruneti

Due scoperte davvero coinvolgenti ci tengono con il fiato sospeso per gli esiti di straordinario valore storico che potrebbero avere al termine delle indagini messe in programma o addirittura in corso.

Ne parliamo in questo numero della rivista procedendo nelle ipotesi fin dove è possibile, senza cedere al facile sensazionalismo dei media ad alta diffusione, ai quali spesso basta dare la notizia, contando poi nella “smemoratezza” dei lettori o telespettatori, subissati ogni giorno da miriadi di informazioni, per non dovere in seguito rendere conto della reale portata di quanto comunicano con la grancassa. Per noi è diverso e dobbiamo stare attenti a quanto riportiamo.

Le due “grandi” scoperte riguardano nientemeno che le origini di Roma con il prospettato ritrovamento della grotta del Lupercale e, oltreoceano, l’epilogo della favolosa Tenochtitlan dell’impero azteco con il ritrovamento nel cuore di Città del Messico, proprio davanti al Templo Mayor, di una enorme stele funeraria che probabilmente copre la sepoltura di Ahuítzotl, il penultimo sovrano, padre dello sfortunato Motecuhzoma II.

In ambedue i casi – che toccano così da vicino la memoria intima di due popoli antichi, protagonisti nei rispettivi continenti – quanto è stato annunciato richiede un impegnativo scavo archeologico, nelle viscere del Palatino per il Lupercale – al momento è certo che si tratta “solo” di un favoloso ninfeo – e sotto la stele della terribile Tlaltecuhtli per le ultime sepolture reali dei Mexica. Se le promesse conclamate a Roma verranno mantenute, le ricerche sul Lupercale – obiettivamente impegnative, visti i problemi statici e la situazione monumentale del Palatino – inizieranno a breve.

Sono invece in pieno svolgimento le indagini a Città del Messico, dove mentre scriviamo è stato rimosso il gigantesco monolite (ancora al suo posto nell’articolo di Moctezuma e López) al di sotto del quale si sarebbero già ritrovati gli ambienti di un ipogeo imperiale. Se quest’ultimo si rivelerà intatto, ovvero non raggiunto dai saccheggi di Hernán Cortés, ci possiamo solo immagi­nare che cosa ne uscirà. Se… Oppure, può succedere che l’esito delle ricerche, comunque utilissime alla ricostruzione storica, incentrate come sono nei rispettivi centri ideali e topografici di due grandi civiltà del pianeta, tradisca le attese. È il “gioco dell’archeologia” che tanto ci affascina per la sua capacità di farci sognare mentre aspettiamo.

Piero Pruneti 

direttore di “Archeologia Viva”