Paleolitico Inferiore a Notarchirico Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 8 – novembre/dicembre 1989
pp. 66-70

di Marcello Piperno

Nell’ambito delle varie fasi della presenza umana accertata nel bacino pleistocenico di Venosa in Basilicata a partire da circa 800 mila anni fa particolare rilievo rivestono le ricerche preistoriche in corso a Notarchirico

Il sito paleolitico di Notarchirico (Venosa, Basilicata) rappresenta, dopo quasi dieci anni di intenso programma di ricerche promosse e dirette annualmente dalla Soprintendenza speciale al Museo “L. Pigorini” in collaborazione con l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, una delle più complete sequenze relative all’Acheuleano medio italiano.

I sito, attualmente in corso di datazione secondo diversi metodi, potrebbe avere un’età stimata tra 300 e 400 mila anni.

L’Acheuleano superiore e finale, infine, è segnalato in numerosi altri siti della regione (Sanzaniello, Castelluccio, Lichinchi, ecc.), noti da imponenti collezioni di superficie, in cui prevalgono bifacciali tecnologicamente molto raffinati, perfettamente simmetrici, sovente di spessore estremamente ridotto, ricavati frequentemente su schegge per lo più di selce e di quarzite.

Questi complessi potrebbero risalire alla fine del Pleistocene medio. Con un’età di 200-150 mila anni.

Gli oltre sette metri di deposito finora complessivamente esplorati nel sito di Notarchirico sono costituiti da sedimenti prevalentemente di sabbie e limi, nei quali sono inglobati i livelli frequentati dall’uomo, fra loro distinti da episodi sterili dello spessore variabile da 15-20 centimetri a oltre un metro.

Alcuni livelli archeologici si estendono orizzontalmente per diverse centinaia di metri quadrati, sezionando, per così dire, l’intera collina, come è stato possibile accertare sulla base di osservazioni di superficie e di alcuni limitati sondaggi. […]