L’archeologo chiama e l’astronomo risponde Scienze per l'archeologia

Archeologia Viva n. 7 – settembre/ottobre 1989
p. 68-69

di Giuliano Romano

Studiosi delle due discipline si sono riuniti per documentare i risultati della collaborazione in un tipo di ricerca che in Italia ha avuto scarso seguito

È un fatto assolutamente non trascurabile la preoccupazione, presso le società antiche, di orientare gli edifici e le piante urbane secondo il corso seguito dai pianeti. Una particolare attenzione si deve, a questo proposito, ai tentativi recenti di avviare anche in Italia una ricerca sui monumenti che tenga conto di questo fatto così evidente e già degno di considerazione in altri paesi.

L’interesse per questo aspetto dell’indagine archeologica si è manifestato chiaramente al colloquio su “Archeologia e Astronomia”, organizzato nel maggio scorso a Venezia da Gustavo Troversari dell’Università di Venezia, e dallo scrivente con il patrocinio della Società Astronomica Italiana.

Un ampio spettro di temi è stato toccato: dalla interazione tra l’urbanistica e l’astronomia nelle civiltà precolombiane a questioni di tecnica osservativa, alla gnomonica antica, ai significati astronomici di certi mosaici africani, alle rappresentazioni astronomiche che appaiono nella Basilica di San Marco; dall’identificazione degli orologi solari rappresentati nei sarcofagi romani del III e IV secolo agli orientamenti di certe strutture della antica civiltà dei guanci.

Si è trattato perfino degli allineamenti astronomici nei villaggi del Chaco Canyon americano e di quelli degli ahu dell’Isola di Pasqua.

Purtroppo nel nostro paese questo tipo di indagine non ha avuto ancora molto seguito, se ci confrontiamo con quanto è stato fatto in altre nazioni europee e soprattutto in America. […]