Confine a Pinguente Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 6 – luglio/agosto 1989
pp. 73-75

di Michela Torcellan

L’attenta lettura dei risultati di scavo consente di stabilire il ruolo di Pinguente in età altomedievale

Un luogo di frontiera testa di ponte per la difesa dell’Istria bizantina dove si incontrano popoli e culture diverse

Il castello di Pinguente in Istria è stato riconosciuto fin dal secolo scorso come luogo di grande interesse archeologico. I primi ritrovamenti risalgono al 1848 quando sulla collina di Bresaz, situata a est del castello, vennero rinvenuti dei corredi tombali, poi dispersi.

Nell’ultimo decennio del secolo, inoltre, i lavori agricoli diedero modo di individure altri due siti, quello di Piccole Porte, posto sulle falde del colle del castello, presso la porta cittadina, e quello di Meizza, situato sul dossale di una collina a est del castello, di fronte alla collina di Bresaz.

Le tre località suscitarono presto l’interesse di amatori, dilettanti e saccheggiatori. Solo nel 1894 l’intervento del direttore dei Musei di Trieste, Alberto Puschi, sotto la cui giurisdizione era anche l’Istria, e del procuratore distrettuale Silvano Gandusio, con funzioni di ispettore onorario, mise fine alle ripetute spoliazioni con l’avvio di scavi regolari.

Tuttavia ben poco si poté fare nelle due località di Piccole Porte e di Bresaz, dove il saccheggio era stato ormai del tutto compiuto. Solo otto tombe furono salvate a Bresaz e altrettante a Piccole Porte. […]