La nave romana di valle ponti Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 6 – luglio/agosto 1989
p. 65

di Vittorio Buongiorno

Recuperato il fasciame del relitto romano interratosi nelle Valli di Comacchio

Ha fatto nuovamente parlare di sé il relitto dell’imbarcazione romana scoperto nove anni fa durante il drenaggio di un canale in Valle Ponti, a nord-ovest di Comacchio. È stata ultimata, infatti, la seconda – delicatissima – fase dell’intervento: il recupero dello scafo.

La Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna, diretta da Giovanna Bermond Montanari, ha approntato un programma tecnico per cui lo scafo è stato isolato dal terreno con una serie di puntelli a centina e rinchiuso in un telaio di ferro a forma di parallelepipedo.

Il relitto è stato poi collocato in un grande ambiente appositamente ristrutturato e immerso in acqua per evitare ulteriori danni al fasciame, già provato dai lavori e dall’esposizione alla luce e al calore, in attesa dei lavori di restauro e consolidamento del legname.

Nel 1981 un’équipe diretta dall’archeologa Fede Berti, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, aveva portato a termine la prima fase dell’intervento, isolando l’area con un sistema di dighe e riportando all’aria aperta il relitto dopo venti secoli.

Si ritiene infatti che l’imbarcazione sia affondata – per cause che ci sono ancora oggi sconosciute – intorno all’anno 10 a.C. La zona circostante era un bacino lagunare e la fortuna ha voluto che il relitto si sia interrato proprio nel punto in cui molti secoli dopo sarebbe stato realizzato un canale collettore nell’ambito della grande opera di bonifica compiuta negli anni Venti. […]