Archeologia Viva n. 6 – luglio/agosto 1989
pp. 32-49
di Carmela Angela Di Stefano, Maria Gabriella di Palma, Marcello Guarnaccia, Judith Lange e Giovanni Mannino
Il patrimonio archeologico di questa bellissima isola sta rivelando una ricchezza insospettata
Ne emerge la particolare vicenda di una piccola terra lontana sullo sfondo dei grandi eventi che attraversarono il Tirreno
Di Ustica si è sempre esaltata – a ragione – l’integrità dell’ambiente, in particolare di quello sottomarino, che una serie fortunata di iniziative promosse dalla Rassegna Internazionale di Attività Subacquee ha saputo valorizzare e proteggere.
Quanto alla pubblicistica, il suo contributo alla conoscenza della dimensione naturalistica dell’isola è stato finora davvero impressionante: segno, questo, di sensibilità ecologica da un lato e di saggia capacità dall’altro.
Ci è sembrato, tuttavia, che in tutti questi anni sia stato proprio il passato – notevole – di Ustica a rimanere come oscurato dalla solarità della sua bellezza naturale, in modo che spesso non si è andati oltre una sia pure approfondita conoscenza biologica di un ecosistema eccezionalmente intatto.
Questo servizio speciale di “Archeologia Viva” – che tra l’altro comprende la pubblicazione per la prima volta della carta archeologica di Ustica – vuole essere quindi un contributo diverso, mirato a completare la comprensione di un microcosmo il cui soggetto è stato e rimane, ovviamente, soltanto l’uomo.
Ringraziamo l’Azienda Provinciale Turismo e la Soprintendenza Archeologica di Palermo per i mezzi e il contributo scientifico messi a disposizione.
Piero Pruneti
L’isola era già nota con il nome di Ustica nel mondo antico. Plinio (Nat. Hist. III 92) segnala tuttavia l’esistenza di due isole in prossimità delle coste nord-occidentali della Sicilia: Osteodes, in vista della città di Solunto, e Ustica, posta proprio di fronte a Paropos.
Come è noto i resti dell’antica Solunto sono stati già da tempo individuati sul Monte Catalfano presso l’odierna S. Flavia, in una posizione particolarmente idonea al controllo di un ampio territorio e di una altrettanto ampia fascia costiera.
Paropos è invece uno dei numerosi insediamenti della Sicilia antica, noti attraverso le testimonianze letterarie, ma non ancora sicuramente identificati dalla ricerca archeologica. Una citazione di Polibio (I 24,3) induce comunque a ritenere che questa seconda città, coinvolta nelle vicende della prima guerra punica, sorgesse non molto lontano dall’attuale Termini Imerese.
L’esistenza di due isole presso la costa nord-occidentale della Sicilia è segnalata anche dal geografo Claudio Tolomeo (III 4, 17). Secondo Tolomeo una delle isole, Ustica, era sicuramente abitata; l’altra, Osteodes, appare nel suo testo come semplice riferimento geografico. […]