Egitto: nel segno di Amon Esclusiva AV

Archeologia Viva n. 6 – luglio/agosto 1989
pp. 8-21

di Alberto Siliotti

La casuale scoperta a Luxor di una vera “miniera” di statue ha sorpreso tutti in particolare gli archeologi che ritenevano archiviati i clamorosi ritrovamenti del passato

E forse le sorprese non sono finite…

Il pullman percorreva a grande velocità la strada dell’Alto Egitto diretto a Luxor con a bordo i partecipanti al primo viaggio in Egitto di “Archeologia Viva”.

Per caso sbircio il giornale “Al Ahram” che la guida egiziana sta leggendo e vedo la foto di una statua sotto alla quale un laconico comunicato annunciava: «Nel corso di lavori per accertare la stabilità di alcune colonne nel tempio di Luxor è stata rinvenuta ieri una grande statua intatta del faraone Amenophis III.

Si attende l’arrivo a Luxor del ministro della Cultura, Faruk Hosny, e del presidente dell’Egyptian Antiquities Organization, Sayed Tawfik».
Era il 23 gennaio 1989.

Queste righe, riprese con scarso risalto dalla stampa estera, annunciavano una delle più importanti scoperte egittologiche del secolo.

Quando il giorno dopo arrivammo a Luxor mi precipitai al tempio, ma inutilmente perché le autorità egiziane avevano già deciso di richiudere lo scavo per predisporre un’adeguata sistemazione del cantiere: nel cortile di Amenophis III che si apre dopo il Grande Colonnato, solo un impercettibile cambiamento del colore della terra, tra la VI e VII colonna, rimaneva a indicare il punto esatto del ritrovamento, meno di due metri di profondità.

Il direttore delle Antichità dell’Alto Egitto, Mohammed el-Saghir, da cui dipende l’intera provincia di Luxor, aveva intuito che non si trattava semplicemente di una statua, ma che ci si era imbattuti in quello che nel linguaggio tecnico viene indicato come favissa o, con termine francese, cachette: un luogo dove, per ragioni di spazio – ad esempio per lasciare posto a nuove statue e offerte – o di opportunità politica, oppure per sottrarle a eventuali depredazioni, i sacerdoti del tempio avevano nascosto non una ma numerose statue.

Il pensiero di tutti andava al lontano 1903, quando l’archeologo francese Legrain scoprì nel vicino tempio di Amon, a Karnak, un analogo nascondiglio dal quale furono estratte ben 752 grandi statue e oltre trentamila reperti di piccole dimensioni: questo spiegava la saggia cautela delle autorità che non avevano ritenuto opportuno procedere a uno scavo frettoloso. […]