Villa Muti: abuso di Stato Futuro del passato

Archeologia Viva n. 6 – luglio/agosto 1989
pp. 6-7

di Lorenzo Quilici

Duemila anni di storia sono in pericolo per il progetto di ristrutturazione di un prestigioso complesso monumentale presso Frascati

Nel tratto di bosco di Grottaferrata che guarda Frascati, a limite delle altre celebri ville in direzione del tramonto, sorge la rinascimentale Villa Muti.

La sua costruzione iniziò nel 1579, ma giunse a una piena realizzazione nel 1595, quando fu acquistata da Pompeo Arrigoni, divenuto poi cardinale, che si impegnò nell’ampliamento del palazzo e nella sistemazione dei giardini.

La villa fu allora ornata da pitture del Passignano, del Cingoli, di Pietro da Cortona e di altri artisti toscani. All’inizio del secolo seguente si aggiunsero i dipinti di Lanfranco.

Il nucleo originario del giardino, formato dal ripiano del palazzo, fu ampliato con il terrazzo con vista sulla pianura romana. Nel Seicento fu progettato e realizzato il grande parco sul versante occidentale, che nelle linee curve rispecchia le influenze francesi del tempo.

Sul finire dello stesso secolo la villa divenne proprietà della famiglia Muti. Fu allora che al parco si unì il bosco a monte.

Poco dopo la zona inferiore fu trasformata dal nuovo taglio dei viali che si dipartivano a raggiera dall’ingresso principale e da un grande palmeto. Il parco all’inglese, che occupa il terrazzo superiore e l’area sottostante verso la strada, risale invece alla metà dell’Ottocento. […]