Il cammino di Dio La via Romea

Archeologia Viva n. 5 – maggio/giugno 1989
pp. 54-63

di Giovanni Caselli

Fra le strade che nel medioevo venivano percorse dalle moltitudini di pellegrini mercanti chierici e uomini di stato una particolare importanza ebbe la via Romea-Francigena che dalle coste della Manica portava fino a Roma attraversando tutta la Francia

Lo storico itinerario è stato ripercorso per Archeologia Viva sulle orme di Sigerico l’arcivescovo di Canterbury che mille anni fa fece anche lui il suo viaggio in Italia

Prima che le crociate rendessero possibile raggiungere la Terra Santa di Palestina e Gerusalemme, meta naturale dei viaggi dei pellegrini medievali erano Santiago di Compostella e Roma, la Città Eterna.

Muniti di zaino e bastone, i più tenaci e intraprendenti viaggiatori del Medioevo attraversavano in lungo e in largo l’Europa spinti da un orgoglioso spirito di libertà consolidato, quasi sempre, dalla fede religiosa.

Il pellegrinaggio diventava così non solo la testimonianza di un’esigenza personale, ma anche una tangibile forma di diffusione dello spirito cristiano e della cultura religiosa medievale in tutta l’Europa.

Fra gli innumerevoli pellegrini che convergevano a Roma vi erano, fino dal V-VI secolo, personalità del clero che si recavano a rendere omaggio al Papa per riceverne benedizioni e investiture. È il caso di Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, che quasi esattamente mille anni fa, nel 990 o 992, partì dall’Inghilterra verso Roma per ricevere ufficialmente dal Papa il “pallio”, o mantello arcivescovile.

Il viaggio, simile nel suo svolgimento a quello di moltri altri prelati di rango dal medioevo a tutt’oggi, era destinato ad assumere un’importanza particolare. Il tragitto di ritorno seguito da Sigerico venne infatti registrato, tappa per tappa. Di questo ci è pervenuto, caso più unico che raro, un “diario” di viaggio in forma manoscritta. […]