I segni della sconfitta La fine degli Etruschi

Archeologia Viva n. 5 – maggio/giugno 1989
pp. 18-23

di Davide Mazzanti

La metamorfosi culturale di Perugia etrusca determinata dal rullo compressore della romanizzazione si può leggere in una serie di reperti contemporanei al momento del passaggio nel mondo dei vincitori

Perugia, anno 41 a.C. la romanizzazione dell’Etruria – avvenuta dalla sconfitta militare del III secolo e culminata nell’89 a.C. con la concessione della cittadinanza romana ai popoli italici – registra una crisi improvvisa.

Nel quadro tormentato delle guerre per la successione a Cesare, i partigiani di Antonio si asserragliano a Perugia che subisce il lungo assedio delle truppe di Ottaviano. La città viene infine presa per fame e i membri del Senato cittadino sono giustiziati.

Questo episodio traumatico segnerà ancora per alcuni secoli la sorte di Perugia; a poco valgono le iniziative di Ottaviano, ormai proclamatosi Augusto, volte a sollevare le sorti della città. Il riflesso di queste vicende è avvertibile nelle tombe perugine utilizzate intorno al I secolo a.C.

In particolare, nei ritrovamenti effettuati a Monteluce di Perugia si può cogliere con piena evidenza la fase di transizione dagli usi etruschi a quelli portati dai nuovi padroni della città.

La tomba etrusca di età ellenistica di via Madonna del Riccio a Monteluce si è presentata agli scopritori, nel dicembre 1983, ancora intatta. Scavata nel terreno sedimentario su cui sorge il colle di Perugia, la tomba si articola in un’ampia cella adibita a vestibolo cui si accede dal dromos e in tre celle che si aprono ai lati di questa.

L’intervento tempestivo della Soprintendenza ha permesso il recupero dei reperti e la ricostruzione di un quadro estremamente composito. La tomba ha restituito il sarcofago di un inumato, ed è questa la deposizione più antica, oltre a cinquanta urne cinerarie e a un ricco materiale di corredo. […]