Statua di Lisippo: tornerà l’eroe? Futuro del passato

Archeologia Viva n. 5 – maggio/giugno 1989
pp. 6-9

di Paolo Moreno

La statua in bronzo di Lisippo recuperata nelle acque di Fano e acquisita dal Museo Getty potrebbe tornare in Italia

La restituzione dell’opera segnerebbe un punto a favore di quanti di qua e di là dall’Atlantico si impegnano per i valori autentici della cultura

Diciottomila anni fa, durante l’ultima glaciazione, l’Adriatico aveva una limitata estensione. Il Po e i fiumi del Veneto si univano a formare una pianura nell’area oggi coperta dall’Alto Adriatico. La costa correva tra San Benedetto del Tronto e Selenico.

Con la progressiva fusione dei ghiacci, il mare risalì fino alla riva attuale. Ma ancor oggi si osserva che nell’Adriatico settentrionale il fondo è basso e costante. Bisogna superare l’antica soglia per incontrare la depressione medio-adriatica.

È in questa modesta fossa che i pescatori hanno localizzato da generazioni una zona di “presure”, fondali in cui la frequenza di relitti rischia di “prendere” le reti, e quindi lacerarle.

Poco praticate dai pescherecci, queste aree si arricchiscono di fauna marina, e vengono raggiunte solo in tempi di magra, quando la scarsità della preda o l’eccessiva concorrenza nei luoghi più sicuri spinge un capobarca all’azzardo.

Così accadde un giorno del 1961 ai pescherecci “Gigliola” e “Ferruccio” di Fano. Lo scandaglio segnava centosessanta metri. Le reti venivano su pesanti, e improvvisamene affiorò una forma umana impigliata per un braccio. I marinai spaventati volevano mollare, ma non si trattava di un morto. […]