Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 5 – maggio/giugno 1989

di Piero Pruneti

Il previsto confronto di idee sul collezionismo abusivo di reperti archeologici ha subito occupato lo spazio di queste pagine che “Archeologia Viva” riserva ai problemi e ai pareri dei suoi lettori. Avevamo promesso di trattare l’argomento senza tabù e rispettiamo l’impegno, certi che portare in luce la realtà, anche quella scomoda, sia un primo indispensabile passo per prospettare delle soluzioni.

So che in qualche settore dell’archeologia ufficiale si nasconde una certa diffidenza verso la nostra iniziativa – penso per una scarsa volontà o pigrizia o sfiducia nella possibilità di cambiare le cose –, mentre altri ci hanno fermamente incoraggiati a sviluppare un dibattito da cui trarre concreti elementi di valutazione.

i vuole poi sapere da che parte sta “Archeologia Viva”? Non c’è dubbio che abbiamo sempre difeso una gestione pubblica dei beni archeologici, nell’ambito della quale il collezionismo privato rappresenta un momento qualificato e responsabile, scientificamente utile, inserito in un sistema aperto di consultazione, con cui singole personalità o gruppi di appassionati possono contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale. Ma questa rimane una realtà a costruire. L’esistente è un’altra cosa e da questo dobbiamo iniziare.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”