Non dimenticate i musei domestici Futuro del passato

Archeologia Viva n. 4 – marzo/aprile 1989
pp. 10-11

di Piero Pruneti

Gran parte dei reperti archeologici presenti nelle case degli italiani sono trattenuti abusivamente

Sono fantasmi sospesi nel limbo di una regolamentazione che non arriva se si esclude quella esistente concepita oltre cinquant’anni fa

Cocci, monete, vasi, bronzetti, selci, ossa, maioliche, testine, palle da bombarda. Chi è davvero senza peccato scagli la prima pietra. Sono un numero enorme i possessori dei reperti archeologici, tenuti in casa come ricordo, per esibizione, per studio, per hobby…

Un possesso accompagnato quasi sempre da un situazione di illegalità che alza un muro fra i privati e le autorità preposte alla tutela del nostro patrimonio culturale.

Una sorta di museo nascosto, disperso in centinaia di migliaia di abitazioni, sconosciuto alla scienza ufficiale, che forse potrebbe servire a impostare un rapporto di collaborazione fra privati e istituzioni.

Molti hanno scritto ad Archeologia Viva per avere chiarimenti, consigli pratici, valutazioni scientifiche di reperti. Abbiamo, quindi, deciso di portare il problema su queste pagine, per far chiarezza prima di tutto e, se possibile, per contribuire a una evoluzione della realtà esistente. […]