Archeologia e astri Scienze per l'archeologia

Archeologia Viva n. 3 – gennaio/febbraio 1989
pp. 60-63

di Giuliano Romano

Fin dalla preistoria l’uomo ha tenuto conto della posizione dei corpi celesti per orientare i propri edifici

Per questo l’astronomia al pari di molte altre discipline può costituire un supporto notevole alla ricerca e alla interpretazione dei dati archeologici

L’uomo contemporaneo ha perso quasi del tutto quel senso della natura, dei suoi cambiamenti e dei suoi fenomeni, che fu invece vivissimo nei nostri antenati. Per questa ragione, se qualcuno ci parla di osservazioni celesti fatte in lontanissime epoche, rimaniamo molto meravigliati.

In realtà questa doveva essere una pratica abbastanza diffusa nei popoli fin dalla più remota antichità, come è dimostrato dalle tracce scoperte in una grande varietà di monumenti. Nella preistoria l’osservazione degli astri rispondeva a scopi agricoli e, forse in modo preminente, a scopi religiosi e culti ctonici.

Numerosi sono i monumenti megalitici orientati su punti dell’orizzonte dove sorgeva o tramontava il Sole nei momenti più significativi dell’anno astronomico (solstizi ed equinozi): da Stonehenge al complesso di Callanish, al grande tumulo di New Grange, solo per citare alcuni noti monumenti delle isole britanniche.

Queste costruzioni sottolineano l’attenzione che l’uomo preistorico prestava a certi fenomeni astronomici particolari collegandoli spesso alle sue vicende, in particola modo a quelle relative al mondo dei trapassati.

Di queste antichissime tradizioni si trovano poi testimonianze, oltre che nella letteratura classica, anche su molti templi di epoca storica in Grecia, Egitto e nell’area mesoamericana fino ai molti monumenti medioevali e rinascimentali nei quali risultano criteri costruttivi legati a particolari fenomeni celesti.

Certo non ci si deve aspettare che in quelle lontane epoche esistesse una mentalità scientifica simile alla nostra. Allora interessava il fenomeno in sé: per esempio il levare del Sole nel giorno in cui l’astro compie il suo più breve cammino nel cielo e la notte diviene sempre più lunga (solstizio invernale), oppure viceversa nel solstizio estivo, quando l’illuminazione dura più a lungo e la notte è più corta.

Oppure quando la Luna, ogni 18 anni e mezzo raggiunge la massima altezza o la minima altezza sull’orizzonte. Anche le stelle che sorgono o tramontano con sole destavano grande interesse.

I metodi utilizzati nell’antichità per orientare certe particolari strutture erano abbastanza semplici, bastava eseguire con un po’ di cura il sorgere o tramontare di certi astri. Oggi, invece, per scoprire questi stessi allineamenti sono necessarie accurate misure e soprattutto bisogna trattare i dati ottenuti con metodi matematici piuttosto complessi. […]