Il rimpianto di Telesistrato Vita e pensiero degli antichi

Archeologia Viva n. 3 – gennaio/febbraio 1989
pp. 50-53

di Lorenzo Quilici

Storia e filosofia di un’epigrafe sepolcrale a contenuto erotico ritrovata a Roma

Il momento dello spirito e quello della materia non erano avvertiti distintamente e tanto meno in contrapposizione fra loro

A Roma, presso il Banco di Sardegna di via Boncompagni, è conservata una figurazione erotica con iscrizione in greco già pubblicata da F. Cumont nel 1940 e data poi per dispersa. Presumibilmente il soggetto erotico aveva sconsigliato allo studioso la riproduzione fotografica, così che si limitò a pubblicare solo l’apografo della targa scritta.

La figurazione principale, al centro del riquadro inferiore, mostra una rozza scena di accoppiamento sotto un albero, forse di alloro, con la donna nuda e semisdraiata, l’uomo pure nudo innaturalmente in piedi, seppur leggermente piegato in avanti, e dotato di un organo virile smisurato.

Al centro del riquadro superiore è rappresentato un grande pube femminile, schematizzato a triangolo. Il medesimo motivo riempie ogni spazio disponibile della targa marmorea, con una ripetitività che presumibilmente vuole essere ossessiva; questa però si perde nella schematizzazione geometrica del disegno che fa sembrare tutto l’insieme una trina decorata.

Vediamo ora l’iscrizione in greco dell’epitaffio. Per le tre lettere del primo registro, considerando che il rilievo fu commissionato a Roma, si è pensato a una comune dedica ai defunti, dis inferis manibus; si tratta però di un’interpretazione molto incerta e aperta alla possibilità di altre formule, forse anche religiose e segrete.

Il resto del testo si traduce in questo modo: «(Io sono) Telesistrato di Germe Hierá. Nonostante che io sia nell’Isola dei Beati, ho tanta voglia di godere ancora di queste cose. Queste sono le sole cose da cui ho tratto piacere dalla vita». Si tratta in definitiva di un’iscrizione funeraria, già posta in una tomba, e Telesistrato, forse uno schiavo, morto a Roma, era oriundo di Germe Hierá, un abitato posto all’interno della Mysia ellespontina in Anatolia. […]