Gladiatori dalle nebbie del mercato clandestino Futuro del passato

Gladiatori dalle nebbie del mercato clandestino

Archeologia Viva n. 126 – novembre/dicembre 2007
pp. 64-69

di Roberto Bartoloni

Nella dura lotta della Guardia di Finanza contro scavatori e mediatori fuori legge si registrano dei recuperi che per gli addetti ai lavori sono veri e propri miracoli

È il caso di alcune lastre marmoree che costituivano la decorazione di un sontuoso mausoleo della Roma repubblicana

Fiano Romano è una piccola cittadina presso l’antico centro italico-etrusco e poi romano di Capena, una trentina di chilo­metri a nord di Roma. Nonostante la vicinanza dell’area metropolitana romana, Fiano resta un insediamento per buona parte incentrato sui prodotti dell’allevamento e della terra, come duemila anni fa, con un territo­rio di campi coltivati, fattorie e uliveti.

Proprio all’interno di uno di questi appezzamenti a ulivi, all’inizio del 2007 gli uomini del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza decidono di rimuovere un insospettabile cumulo di materiale inerte: terra, pietrame, tavole di legno, vecchi attrezzi per lavori agricoli. Al loro fianco, addetti e funzionari della Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria Meridionale.

C’è un motivo dietro questa decisione, strettamente legato all’attività di intelligence che la GdF ha da tempo messo in atto per smantellare il commercio clandestino delle opere d’arte.

Nel corso di tale attività gli uomini della GdF sono venuti in possesso di informazioni, secondo cui fra gli ulivi di Fiano Romano si trovano reperti di grande valore scientifico – ed economico – che sono stati scavati e trafugati dalla non lontana località Monte Bove: seppelliti e nascosti lì, all’interno di una proprietà privata, attendono che si concluda la migliore transazione possibile con qualche antiquario o col sensale di un museo estero. […]