Archeologia Viva n. 126 – novembre/dicembre 2007
di Piero Pruneti
Siamo un popolo a cui piace girare il coltello nella piaga, nelle nostre piaghe. Un esercizio salutare in democrazia, quando non diventi lagnanza e attesa che tocchi sempre a qualche altro risolvere i problemi. Questa volta cerchiamo di vedere positivo, con l’aiuto di alcuni eventi che riteniamo emblematici di una Italia che sa muoversi e lavorare.
A Fiano Romano la Guardia di Finanza, grazie a un attento lavoro di intelligence, ha recuperato una serie di lastre marmoree perfettamente conservate con spettacolari scene di gladiatori, che stavano prendendo la via dell’estero: la solita fetta di patrimonio nazionale che poi vediamo riaffiorare dal nulla in lontani musei e collezioni private.
In parallelo è stato firmato uno “storico” accordo fra il Museo Getty di Los Angeles e il nostro Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la restituzione di quaranta opere, fra cui la contesissima “Venere di Morgantina”. I
n questo caso non possiamo che sottoscrivere quanto ha dichiarato il ministro Rutelli: «Abbiamo chiuso un negoziato lungo e complesso, ma soprattutto si apre la stagione della trasparenza nell’acquisto di materiali archeologici.
L’intesa tra l’Italia e il Getty, oltre a riportare nel nostro Paese dei capolavori, definisce i confini della collaborazione scientifica su basi etiche. L’Italia è oggi leader di una diplomazia culturale che può mettere all’angolo i trafficanti».
Sul piano della conservazione è doveroso segnalare un intervento del massimo impegno che è passato sotto silenzio su giornali e televisioni: il restauro dei templi di Agrigento. Visti i gravi problemi di salute – costitutivi e indotti dall’uomo – di cui soffrono i monumenti akragantini, si è trattato di un coinvolgimento operativo che ha messo alla prova le capacità dei tecnici e della tecnologia italiana nel settore. Infine, un’altra nota positiva: la Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum compie dieci anni.
È una realtà che Archeologia Viva ha visto nascere, contribuendo al suo intelligente successo fin dai primi passi, quando pochi ancora scommettevano su una iniziativa dalle ambizioni enormi: riunire ogni anno l’intero mondo dell’archeologia per farne uno strumento globale di sviluppo economico e di collaborazione fra i popoli. Vi aspetto dunque a Paestum, ma anche a Venezia, ad Adria, a Terrasini (vedi i programmi delle manifestazioni) per vivere insieme momenti intensi di cultura.
Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”