Archeologia Viva n. 124 – luglio/agosto 2007
pp. 40-49
di Maria Luisa Nava
Una resina fossile che ha sempre profondamente affascinato per il colore la trasparenza e le virtù terapeutiche che le si attribuivano protagonista di scambi millenari fra il Baltico e l’area mediterranea
Ma ancora oggi l’ambra è ampiamente utilizzata per gioielli e oggetti di pregio che dopo un periodo di scarsa considerazione sono ormai da diversi anni nuovamente ricomparsi sul mercato
L’ambra è una resina, originata dalle secrezioni di piante appartenenti a specie ormai estinte, che ha subito un processo di fossilizzazione. Si tratta quindi di un materiale di origine e composizione organica. Le prime tracce di piante produttrici di resina risalgono al Mesozoico, circa 250 milioni di anni fa.
Recenti studi hanno accertato che la completa fossilizzazione della sostanza si ottiene dopo almeno 5 milioni di anni. La resina semifossile, che non ha raggiunto la completa polimerizzazione, viene invece indicata col nome di “copale”. Giacimenti di ambra sono presenti in tutti i continenti e risalgono a vari periodi geologici.
Particolarmente pregiati sono i nuclei d’ambra contenenti insetti foglie, piccoli rametti o anche fiori, rimasti intrappolati nelle gocce resinose delle conifere; essi sono importanti per la conoscenza delle specie vegetali e animali, e quindi dell’ambiente naturale e del clima, nelle paleoregioni di provenienza dell’ambra stessa. Le fossilizzazioni in ambra consentono, infatti, la perfetta conservazione degli organismi inglobati. […]