Pionieri etruschi sul Mincio Ricerche in Lombardia

civiltà e archeologia sul mincio

Archeologia Viva n. 123 – maggio/giugno 2007
pp. 62-69

di Anna Consonni e Tommaso Quirino

Al Forcello di Bagnolo San Vito nella Bassa Mantovana gli scavi ci hanno restituito l’intensa vicenda storica del più importante insediamento etrusco a nord del Po

Un vero avamposto commerciale in rapporto con i porti adriatici e le popolazioni dei valichi alpini

Nel 1984, sulle pagine di questa rivista (nn. 5-6/84, vecchia serie), Raffaele C. de Marinis presentava i risultati delle prime indagini condotte sul sito etrusco del Forcello, nel territorio di Bagnolo S. Vito (Mn), sottolineando l’eccezionalità del rinvenimento nel quadro della presenza etrusca a nord del Po.

Oggi, dopo oltre vent’anni di ricerche, il sito non solo è riconosciuto come il principale abitato etrusco-padano di VI-V sec. a.C. scoperto finora in Lombardia, ma non cessa di restituire preziose informazioni. L’approfondirsi dell’analisi stratigrafica del deposito archeologico ha fornito nuovi dati sulle più antiche fasi insediative dell’abita­to, sui suoi caratteri strutturali e sulla sua organizzazione spaziale.

I materiali, invece, hanno permesso di cogliere tutti gli aspetti che caratterizzavano la vita della comunità. Sono stati, infatti, rinvenuti manufatti non solo di produzione locale, ma importati dalle località più diverse.

I primi attestano in modo indiscutibile che gli abitanti del Forcello erano di origine etrusca, mentre i secondi dimostrano che questo insediamento rappresentava un centro di traffici di notevole importanza per Etruschi, Greci e popolazioni alpine e transalpine.

Il Forcello, pochi chilometri a sudovest di Mantova, si estendeva su un’area di circa 12 ettari in corrispondenza di un dosso dalla forma allungata, fra un paleoterrazzo del Mincio a ovest e la valle fluviale a est.

L’abitato sorgeva dunque su un’isola, o una penisola, circondato dalle acque di questo affluente del Po, sfruttate come elemento di difesa e via di comunicazione. A protezione dalle alluvioni era un terrapieno di argilla compatta, alto in origine almeno tre metri e sulla cui sommità era stata eretta una palizzata. […]