L’Asia sulla via di Alessandro Da Seleucia al Gandhara

L'Asia sulla via di Alessandro Magno

Archeologia Viva n. 123 – maggio/giugno 2007
pp. 16-25

di Michael Alram e Vito Messina

La fine del Macedone lasciò un vuoto grande come le conquiste effettuate dove prontamente si inserirono i suoi luogotenenti

Il risultato fu la fondazione di grandi regni dalla storia secolare: a quello fondato dal generale Seleuco fra Mesopotamia e Oriente toccò l’eredità più estesa e complessa destinata a perpetuarsi con i Parti arsacidi e poi con i Sasanidi fino alle soglie del Medioevo quando arrivarono gli Arabi

L’improvvisa morte di Alessandro a Babilonia, il 13 giugno 323 a.C., scosse il mondo antico. Nell’arco di pochi anni egli era riuscito a sottomettere l’impero persiano e a insediarsi sul trono del Re dei Re degli Achemenidi, la dinastia iranica che aveva creato il primo impero della storia unificando larghi tratti dell’Asia Centrale e dell’India del nord con i paesi centrali dell’Iran, la Mesopotamia e il Mediterraneo orientale. Dopo la morte del Macedone fu però evidente che l’unità dell’impero alessandrino era legata al grande conquistatore.

I conflitti che insorsero tra i generali macedoni sono entrati nella storia come le guerre dei Diadochi. Due partiti si affrontarono: da un lato Perdicca, Eumene e Antigono Monoftalmo, che volevano mantenere intatti i confini dell’impero creato da Alessandro, dall’altro coloro che miravano a una divisione: Tolomeo in Egitto, Seleuco in Babilonia, Lisimaco in Tracia e Cassandro in Macedonia.

La battaglia decisiva, nella quale Antigono trovò la morte, ebbe luogo a Ipso in Frigia (Asia Minore) nel 301 a.C. e spianò la strada a una suddivisione dell’impero tra i vincitori: Cassandro ebbe la Macedonia, Lisimaco l’Asia Minore fino al Tauro e Seleuco ottenne la Siria, la Mesopotamia e l’est dell’Iran; a Tolomeo, che pur non aveva partecipato alla battaglia, fu assegnato l’Egitto. […]