Lucani nella valle dell’Agri Basilicata antica

lucani civiltà e archeologia

Archeologia Viva n. 122 – marzo/aprile 2007
pp. 48-58

di Alfonsina Russo e Francesca Guarnieri

Le recenti indagini archeologiche condotte Basilicata hanno arricchito le nostre conoscenze su una delle popolazioni protagoniste nel quadro storico dell’Italia antica

Di particolare interesse sono i risultati degli scavi nelle terre lambite dall’antico Akiris dov’è stato possibile ricostruire modi di vita ed economia prima della conquista romana

La Basilicata conserva un patrimonio straordinario, tra i più significativi della Magna Grecia. Per lungo tempo crocevia di popoli e culture, ha restituito testimonianze di un complesso sistema di relazioni che tra VIII e III sec. a.C. coinvolsero l’Europa sino alle lontane coste del Baltico e il bacino del Mediterraneo.

È una regione che conserva il fascino di una storia millenaria, dove non sono mancate figure di assoluto rilievo, quali Pitagora (575-490 a.C. circa), morto a Metaponto, e Orazio (65-8 a.C.), nato a Venosa.

Il geografo Strabone (I sec. a.C.) racconta che, prima dell’arrivo dei coloni greci, i fertili territori ionici della Basilicata erano abitati dai Choni, mentre nelle vallate fluviali dell’Agri e del Sinni si erano stanziati gli Enotri (dal greco oinos, dunque gli “abitanti della terra del vino”), fra le principali popolazioni (ethne) dell’Italia antica.

Ecateo di Mileto (V sec. a.C.), uno dei primi autori di storia e geografia del mondo greco, aggiunge che vicini degli Enotri, nella parte più interna e montuosa della regione, sono i Peuketiantes, popolo di stirpe apula; infine, nell’area dell’attuale Melfese abitano altre comunità apule, in particolare i Dauni.

Agli inizi del VII sec. a.C. arrivano dal Mediterraneo orientale i primi coloni greci, che fondano Siris; più tardi, intorno al 640 a.C., altri greci partiti dalla montuosa Acaia, nel Peloponneso, fondano Metaponto, la città tra i due fiumi (Bradano e Basento).

L’estrema articolazione etnica è testimoniata dal diverso modo di seppellire i morti: lungo le vallate dell’Agri (Akiris) e del Sinni (Siris) il defunto viene deposto in posizione supina, mentre nel resto della regione prevale la posizione fetale, su un fianco, forse per evocare la continuità tra vita e morte, secondo una credenza diffusa tra le genti apule. […]